Corriere della Sera - Sette

PER SOMMI CAPI

- Francesco Battistini

«Io non ho l’età e ho le palle piene/ di vedermi questa gente intorno:/ manager cazzuti, falchi, iene,/ ti farò sapere quando torno»

( “LA 2002)

Tu facevi i girotondi. T’aspettavi di rottamare i D’Alema e poi di trovarti Renzi contro Grillo?

« Mi sono stufato di scendere in queste cose. Un certo sforzo l’abbiamo prodotto, un po’ di senso civico. Ma sui personaggi non metto lingua. Su Grillo, oggi sono più indifferen­te, anche se io non amo mai i personaggi che fanno chiasso » .

Infatti ti piaceva Monti…

« Moltissimo. Ame comunista piace Monti! Tranquillo, calmo, certo non popolare. Lui beccava il vero in tante cose emi piace ancora oggi che piace a pochi. È così che si deve stare davanti a un popolo: “Alle genti svela di che lagrime grondi e di che sangue…” ( Foscolo). Dire la verità al popolo è difficilis­simo » .

La Costituzio­ne va toccata?

« Non m’esprimo: qualunque cosa dica, m’arrivano valanghe di tweet. Io sono amico di D’Alema, di Renzi, di Cuperlo, di tutti. L’altro giorno nella saletta Alitalia mi trovo con la Serracchia­ni da una parte e D’Alema dall’altra. Alzo le braccia per arrendermi e dico: aiuto, mi trovo fra due fuochi. E D’Alema mi risponde: io non sono un fuoco, io sono la spada » .

Meglio riformare l’Inter…

« L’Inter è un casino peggio del Pd. E cinese o indonesian­a, a me non piace. Preferisco i debiti all’italiana. Questi asiatici sono lontanissi­mi dal pensiero d’un popolo. Noi non siamo un affare, siamo appartenen­za e sentimenti. Per Moratti era facile commuovers­i. Potrò mica piangere di gioia per Thohir… » .

« Luci a San Siro non ne accenderan­no più » , potrebbe quasi essere un manifesto…

« L’ho cantata sette- ottomila volte emi commuovo ancora. Tutte le volte, devo ricordarmi le parole » .

Meglio di quell’inno da stadio che scrivesti davvero…

« Orrore. Bruttissim­o. Non parliamone nemmeno. S’intitolava Interspazi­ale e per fortuna oggi è irreperibi­le: “Perfino il cielo è nerazzurro oramai…”. Inascoltab­ile! Lo fecero cantare a Bertini, il mediano dell’Inter nel 1971. Credo sia l’unica canzone di cui mi vergogno profondame­nte » .

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