AGNUS DEI
di Anne Fontaine, con Lou de Laâge, Agata Buzek, Agata Kulesza
Il convento è freddo e isolato. Per arrivare al piccolo paese vicino, affamato dalla lunga guerra (siamo in Polonia, nel 1945), le suore attraversano svelte un bosco pieno di neve. Dolore e miseria sono ovunque. E le religiose hanno conosciuto sulla loro pelle la vergogna e la violenza. Già alcuni mesi prima, un gruppo di soldati sovietici ha fatto irruzione nelle quiete stanze per una sorta di stupro di massa. Ora ben sette sorelle sono incinte. Schiacciata dalla vergogna, la madre superiora non vuole chiedere aiuto a nessuno: teme lo scandalo e la chiusura del pio rifugio. Molte donne e i neonati rischiano di morire. Ci vorrà il coraggio tenace di una giovane dottoressa francese, volontaria della Croce Rossa, a incrinare l’alto muro del silenzio. Nonostante le tragedie passate e future (la fine della guerra non porterà una pace serena), forse ci si potrà aggrappare a un filo di speranza. Anne Fontaine narra questa storia (triste e vera) con pudico rigore, raffreddando, grazie al bianco e nero stilizzato, gli effetti melodrammatici. La fredda luce d’inverno non riscalda il cuore. Ma gli uomini (le donne, specialmente) possono tentare di resistere, anche se Dio non esiste o guarda altrove.