1978
l’anno lungo un secolo ( 30, 2012, pp. 86- 93). La crisi (“cambiamento”, dal greco) si avverte nelle grandi trasformazioni di quei giorni, ma – al tempo stesso – nelle vicende minori, spesso portatrici di spiegazioni assenti dai manuali di storia. Nella hit parade dei 45 giri si coglie con chiarezza: irrompono successi stranieri e, soprattutto, è il dilagare della disco music. Prima fra tutti la colonna sonora de La febbre del sabato sera con i Bee Gees protagonisti assoluti. E qui apro una parentesi proprio su loro, concorrenti australiani di Beatles e Rolling Stones. Anche i fratelli Gibb ( Barry, Maurice e Robin: Andy non è mai stato nel gruppo) vivono un cambiamento epocale: ora, nel 1978, intonando Staying alive, cantano con le vocine in stile Cugini di Campagna. È una novità, perché con La febbre del sabato sera i Bee Gees mutano radicalmente. Prima vagavano tra pop, baroque pop, pop psichedelico, pop rock, soft rock, rock psichedelico, mentre nel 1978 virano bruscamente sulla disco music. Del resto sono in classifica generale brani come You make me feel (mighty real) di Sylvester, Rasputin degli Boney M., cui fanno eco italiano i Fratelli La Bionda con One for you one for me. « Non è Mozart » , è la battuta di Gerard Depardieu in Green card, dopo aver strimpellato l’inaudibile al pianoforte, di fronte agli sguardi stupiti e severi delle amiche di Andie MacDowell. È l’onda anomala del riflusso, generata proprio nel 1978 e raccontata spesso, qui nelle Storie (di) note. Non dico tanto, ma solamente tre anni prima sarebbe stata un’eresia da rogo ideologico tentare di proporre una qualsiasi sequenza musicale alla Boney M. o alla Bee Gees ( s) travolti da Travolta. La canzone politica, i testi impegnati vanno a spegnersi, annacquati dagli Ottanta in arrivo. Paradossalmente la musica leggera precede gli eventi proponendo disimpegno sul finire dei Settanta. Si passerà dall’impegno politico a tempo pieno all’impegno edonistico del tempo libero. Febbraio 1978: Discoring, trasmissione musicale condotta da Gianni Boncompagni nel primo pomeriggio di RaiUno. È un programma storico della Rai, nel quale – davanti a una scenogra-