Corriere della Sera - Sette

Un uomo e una ragazza minuta che dorme su un divano

- Di Roberto Burchielli

Il primo piano di un uomo che ha l’aria seria, di chi sta dicendo addio all’unico anelito di normalità. Sul suo volto non leggiamo alcuna emozione, è pietrifica­to, immobilizz­ato da un destino che l’ha voluto così: incapace di vivere con gli altri. Il suo viso è incornicia­to da una porta socchiusa, i suoi occhi guardano verso di noi, anzi oltre noi, in direzione di chi gli ha dato l’illusione di essere uguale a tutti. Con uno stacco passiamo alla sua soggettiva ad inquadrare un ragazza minuta che dorme sul divano. Rannicchia­ta come una bimba indifesa, bisognosa di protezione. Nonostante sia assopita, dai lineamenti del suo viso traspare una serena bontà. La porta, attraverso cui la vediamo, si chiude lentamente, come il finale di un vecchio film muto, in cui l’eroina si avvia verso una nuova vita e un futuro ancora tutto da scrivere. In realtà è un addio lungo, penoso. Un distacco non necessario, ma dolorosame­nte voluto. La figura di donna davanti a noi si comprime, poi diventa un’ombra, quasi un fantasma, infine si perde nella totale sfocatura. Come quando fissi all’infinito una persona per imprimerla nella tua memoria e poi si frantuma in mille pezzi penetrando­ti nei ricordi, nelle vene, in fondo al cuore. Fino all’ultimo speriamo che la porta si riapra, che possa incomincia­re una nuova storia, ma lo schermo nero allontana da noi ogni illusione.

- La soluzione a pag. 121

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