La specie “progenitrice” nacque sulle Montagne celesti della Cina
«Nel XVIII secolo esistevano decine di migliaia di varietà di mele, ma si sa ormai che almeno tutte le varietà del Vecchio Mondo discendono da una singola specie dell’Asia Centrale, in una splendida proliferazione pancontinentale» spiega il più noto “nature writer” inglese, Richard Mabey, nel suo trentesimo straordinario libro che l’editore italiano Ponte alle Grazie ha intitolato
mentre l’originale sarebbe tout court (pp. 375 + illustrazioni, 23 euro). Il proto melo selvatico viene dalle Montagne celesti del Tien Shan, che oggi segnano il confine col Kirghizistan. Si presume che furono gli uccelli, una decina di milioni di anni fa, a portare in questo territorio particolarmente fertile della Cina nordoccidentale qualche torsolo di melo siberiano, da cui poi si affermò in modo spontaneo una specie che viene considerata l’origine del Malus Pumila, l’antenato di tutti i nostri meli. Si diffuse prima grazie alla golosità di orsi bruni e cavalli selvatici, per poi essere coltivata da tribù nomadi, oltre settemila anni fa. Fu il botanico russo Nikolaj Vavilov, negli anni Venti, il primo a lanciare questa ipotesi.