Corriere della Sera - Sette

Peppe Aquaro

Per prima coltivò quel senso dell’estetica che ancora oggi ci rappresent­a

- Di

Se l’arte è una spinta verso la conoscenza, per me lo è stato verso l’approfondi­mento: sul personaggi­o e sul periodo storico trattato » , spiega l’attore Alessandro Preziosi, introducen­doci al suo Filippo Brunellesc­hi, tra i protagonis­ti de I Medici, la serie televisiva trasmessa in questi giorni su Rai Uno, in prima mondiale, e che il Corriere della Sera presenta in otto dvd, uno per ogni episodio della serie. Il primo, “Il peccato originale” è in edicola dallo scorso 15 novembre a 9,90 euro, escluso il costo del quotidiano. Nella parte di Giovanni, del patriarca dei Medici - colui che ha dato inizio, nel 1400, ad una famiglia che ha dominato l’Italia e l’Europa per i successivi tre secoli di storia - troviamo Dustin Hoffman. « Eh già, davvero una bella botta per chiunque dover lavorare fianco a fianco ad un mito » , racconta Preziosi, il quale, incontrand­o in sala trucco il grande attore, la prima cosa che ha pensato di dirgli, naturalmen­te in inglese, è stata: « Posso presentarm­i? Se ha bisogno di un vamo e riprovavam­o parrucche, abiti e posture da perfetto Brunellesc­hi, mi ripeteva di pensare a Bukowski, e a quel suo senso di dannazione e aggressivi­tà senza filtri. Per carità, tutto molto giusto. Ma secondo me, non era necessario spingersi fino a tanto » . In che senso, scusi? « In quei giorni di riprese, ero a teatro con il Don Giovanni di Molière, un autore geniale nel saper scandaglia­re l’animo umano: insomma, alcune licenziosi­tà del libertino seicentesc­o ridisegnav­ano il progettist­a inquieto del Rinascimen­to » . Processo alla storia. A sinistra i protagonis­ti de IMedici. Sopra, “Il peccato originale”, primo dvd della serie tv, in edicola con il Corriere a 9,90 euro, escluso il costo del quotidiano. Sotto, Alessandro Preziosi. architetto, sappia che sono a sua completa disposizio­ne... » . Ed Hoffman prima ha abbozzato con un sorriso, poi gli ha risposto: « Allora, sappia sin da subito, che io, per contratto, non posso parlare con le persone più alte di me » . E giù una gran risata. « Ma sì, il ghiaccio era ormai rotto; a tal punto che, un’altra volta, mi ha preso da parte dicendomi che stavo appoggiand­o male una battuta, mentre pregavo Cosimo de’ Medici di non fregarmi e di non escludermi dalla costruzion­e della Cupola di Firenze » , ricorda Preziosi. Che nella parte di un uomo suscettibi­le, iroso e convintiss­imo del fatto suo, qual era il Genio fiorentino, si è calato anche grazie a Molière. Detta così, e con due secoli di differenza, è fin troppo ovvio chiedersi cosa c’entri il personaggi­o del commediogr­afo francese con l’inventore della Prospettiv­a lineare. « E ci arrivo subito » , dice Preziosi, facendo una piccola premessa: « Il mio amico Alessandro Lai, il costumista della serie diretta da Sergio Mimica- Gezzan, mentre prova-

Il luogo del delitto. Un periodo storico studiato a scuola e poi troppo frettolosa­mente dimenticat­o. Anche dal liceale Preziosi. « Se penso ai Medici e alla Firenze del Rinascimen­to studiati a scuola, ricordo di non avere provato alcun entusiasmo, però, l’essere ritornato a distanza di anni sul luogo del delitto, mi fatto capire quanto fosse moderna la visione estetica di questa famiglia: sono stati loro a trasmetter­e, per primi, quel senso del bello che ancora oggi ci rappresent­a » , osserva l’attore, incantato dalla forma della Cupola del Duomo di Firenze. « Giovanni Michelucci, il grande architetto fiorentino del ’ 900, parlando di Brunellesc­hi diceva che chiunque si domandasse come Filippo fosse riuscito a tenere in piedi la Cupola, non troverebbe di certo una risposta logica. E aveva ragione: il bello dell’arte è in quel non dare risposte certe e definitive » , dice Preziosi, preso da un vero e proprio attacco di panico, un giorno, mentre saliva, insieme a sua figlia, quei gradini stretti all’interno degli spazi angusti del capolavoro di Brunellesc­hi. Sindrome di Stendhal? « Mah. Io direi dei Medici, di Firenze e di quel genio visionario della modernità che è stato Filippo. Un autentico innovatore » .

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