Corriere della Sera - Sette

L’Uganda

- Di Matteo Sametti

te, ma quell’incontro, i racconti che sentii e le foto che vidi mi turbarono profondame­nte. Da allora ebbi una nuova visione della vita » . A 18 anni Giovanni Scalabrini decide di entrare in seminario. Il padre non la prese bene: « Tu vai via così, come sei vestito » , gli disse. « Io pensavo che intendesse solo i vestiti, quindi presi con me i dizionari. Ma lui mi disse: “Chi libar chi iò pagà mi!”, li dovetti lasciare a casa » . Il padre che vedeva in lui il suo erede naturale alla guida dell’azienda tessile che aveva creato da solo, non riusciva a capacitars­i che quel figlio, che aveva anche avuto una fidanzata, avesse deciso di diventare prete.

Una fabbrica nella savana.

La vita e gli studi in seminario furono una dura prova per la sua vocazione: « Non ho avuto vita facile, perché per una ragione o per l’altra c’era sempre qualcuno che voleva mandarmi via. Allo stesso tempo trovavo sempre qualcuno che voleva tenermi, e questi ultimi alla fine vincevano sempre » . Finalmente nel 1962 a 28 anni viene ordinato prete in una cerimonia senza il papà, nello stesso anno l’Uganda diventò indipenden­te con Milton Obote presidente. L’indole imprendito­riale che lo renderà un pioniere dei progetti auto- sostenibil­i in Africa emerge fin dai tempi del seminario: « Non potevo, anche per orgoglio, chiedere soldi a mio padre. Un’estate andai a Como, in piazza Lago c’era uno che fabbricava ceste di vimini che usava

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