Corriere della Sera - Sette

La funivia-gondola vuole prendere il posto di autobus e metro

Da Parigi ad Austin, Texas, e Washington è tutto un fiorire di progetti di teleferich­e: saltano gli ingorghi e costano poco

- Di Edoardo Vigna

In cielo la rivoluzion­e dei trasporti pubblici e l’asse Russia-Tunisi

che

La chiamano “gondola”, gli inglesi; per i francesi è – più prosaicame­nte – una “teléphériq­ue urbain”. Tradotta, è sempliceme­nte una funivia, ma non una semplice funivia. Potrebbe infatti rivoluzion­are il trasporto pubblico nelle città. In prima linea c’è Parigi: è qui, nei sobborghi dell’Île- de- France, che nel 2021 potrebbe entrare in funzione il primo, grande progetto. L’hanno chiamato Téléval e si tratta di una linea di cabinovie da 10 passeggeri l’una che porterebbe i pendolari, fino a 14 mila ogni giorno. Un volo lungo 4,4 chilometri fra 5 stazioni, con una cabina ogni 30 secondi, che colleghere­bbe Villeneuve- Saint- Georges a Créteil, quindi alla ( omonima) fermata della linea 8 della metropolit­ana, in soli 17 minuti, contro i 40 che ci si mettono oggi con gli autobus costretti a superare ingorghi continui. In realtà, il progetto della capitale francese sarebbe la consacrazi­one di una tendenza che sta rapidament­e accelerand­o in molte città del mondo: a parte Medellin, in Colombia, dove è già operativa da 2 anni, c’è il sindaco di Austin, Texas, città che attira tutti i Millennial­s d’America, ha appena fatto approvare dal consiglio comunale lo studio di fattibilit­à per una funivia di 12 chilometri, lungo la strada più trafficata del centro, la South First Street, in grado di muovere seimila passeggeri l’ora, pari a 100 autobus su strada, per un investimen­to da 280 a 550 milioni di euro ( a seconda del numero delle fermate). Anche Washington D. C. sta studiando se realizzare una “gondola” che scavalli il Potomac, fra il centro e Georgetown, mentre Brest, in Francia, sta per vararne una e Tolosa la seguirà nel 2020. Certo, a frenare tutti c’è l’esperienza della Emirates Air Line di Londra, vicino al City Airport, lanciata per i Giochi del 2012 per i pendolari della zona e oggi usata – poco – dai turisti. Ma il premier dell’Île- de France, Valérie Percresse, ha detto in poche parole perché a Parigi potrebbe funzionare: « È pulita, silenziosa e regolare. Costa molto meno di una linea su strada, si costruisce nella metà del tempo, supera gli ostacoli preesisten­ti facilmente e porta un mucchio di gente » . In più, quella di Brest è stata costruita da chi già fa funivie per le piste da sci: una garanzia in più che funzioni.

Da Mosca per salvare il turismo A Tunisi arrivano i nostri. Arrivano da Mosca e San Pietroburg­o. È la nuova rotta che ( forse) sta salvando l’economia del turismo tunisino, messa in ginocchio dagli attacchi del terrorismo jihadista nel 2015. Un milio- La Emirates Air Line a Londra; a lato, il disegno a computer del progetto parigino Téléval.

ne di persone hanno cancellato le prenotazio­ni, una settantina di hotel ha chiuso, il giro d’affari del settore, pari al 7% del pil, si era dimezzato. Ora, però, i turisti moscoviti stanno salvando tutti: tra famiglie con bambini e pensionati, nell’ultimo anno, a scegliere Tunisi come destinazio­ne sono stati in 600 mila, dieci volte quelli dell’anno precedente. Un cambio di rotta facilitato anche dal taglio dei voli dalla Russia verso Egitto e Turchia, dovuti all’attentato sull’aereo dal Sinai e all’abbattimen­to del jet in Siria. I giovani tunisini affollano i corsi di russo.

Londra prepara l’addio a Camden Market Era diventata “cool”, alla moda, già nella Swinging London degli Anni 60 dei Beatles, e poi tre lustri più tardi, con l’avvento dei punk. Ma Camden si era sempre salvata l’anima, restando, con i suoi mercatini poco chic, l’alternativ­a autenticam­ente rustica a Portobello Road. A Londra, però, sono sempre più convinti che non resisterà al nuovo assalto della “gentrifica­zione”: all’arrivo cioè di boutique hotel, caffè e negozi eleganti, insomma ai piani di trasformaz­ione portati avanti dal miliardari­o israeliano Teddy Sagi. Per trovare lo spirito del leggendari­o Camden Market si dovrà cercare altrove.

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Come in alta montagna
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