Sara Gandolfi
Il ghiaccio nel Mar Artico si ritira e il livello del mare sale. Bisogna controllare le emissioni di gas serra evitando che il termometro continui a crescere. Questi i temi, con un’incognita in più: il neo presidente Trump
Hamid Moufaouid è un “cervello di ritorno”. Per diciotto anni ha vissuto a Liegi, in Belgio, dove aveva un ristorante di successo. Poi ha deciso di tornare nella casa del padre ultracentenario, rimasto solo, e di rimettersi a lavorare su quei 100 ettari di terra aspra del Nord Africa, che non regala mai nulla e dipende dall’acqua piovana. Sempre meno, sempre peggio: precipitazioni fortissime all’inizio della semina, poi nulla quando il suolo ha più sete. Nella regione di Settat, un’ottantina di chilometri a sud di Casablanca, si è toccato l’ennesimo record: solo 210 millimetri di pioggia nell’ultima stagione ( erano 410 mm nel 2012). Sembra che il deserto sia già arrivato fin qua. È soltanto uno dei milioni di esempi che raccontano un pianeta in crisi. I dati diffusi all’ultimo vertice dell’Onu sul clima – chiuso settimana scorsa con la “Marrakech Call”, sorta di chiamata alle armi contro il surriscaldamento – lo confermano: gli ultimi cinque anni sono stati i più caldi di sempre, o almeno da quando gli scienziati hanno cominciato a misurare la “febbre” della Terra, e nel 2016, secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, la temperatura media si avvia a toccare il record di 1,2 gradi sopra il valore del periodo preindustriale. Il che non lascia grande spazio di manovra ai 196 Paesi, più l’Unione Europea, che con l’Accordo di Parigi dello scorso anno si sono impegnati a dare un taglio alle emissioni di gas serra per mantenere il termometro « ben al di sotto dei 2° » , con l’auspicio di non superare 1,5°. Bisogna agire in fretta, come dice il segretario dell’Onu Ban Ki- moon, « non abbiamo un piano B, perché non abbiamo un pianeta B » .
A Marrakesch, rilanciato l’allarme sull’innalzamento della temperatura
Svolta pericolosa. A Marrakech c’era un clima di grande armonia, sulla carta, che ha permesso a politici e scienziati di scambiarsi esperienze e informazioni, tessere nuove reti di ricerca e iniziare a creare l’ossatura – regole, modalità e procedure – della futura sfida ai cambiamenti climatici. Perfino sui finanziamenti – in particolare, il Fondo Verde da 100 miliardi di dollari l’anno, da trovare entro il 2020 – si