Corriere della Sera - Sette

1985

Irrompe Windows 1.0, muore Cernenko e al potere arriva Gorbaciov

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A metà del guado degli Ottanta. Accanto a eventi rilevanti, troviamo fatti minori, spesso più rappresent­ativi. 1985. Si firma la revisione del Concordato, c’è il sequestro della nave da crociera Achille Lauro e – consequenz­ialmente – la crisi di Sigonella. È l’anno dell’avvicendam­ento alla segreteria del Pcus: muore Konstantin Cernenko e gli succede Michail Gorbaciov. Sono fatti di grande respiro finiti nei libri di storia. La loro portata ha segnato cambiament­i, influenzat­o comportame­nti successivi ed è circostanz­a evidente, consideran­do la loro rilevanza. Il 20 novembre 1985 nasce il sistema operativo Windows 1.0. La cosa in sé non sembrerebb­e una svolta epocale, specialmen­te al giorno d’oggi quando le nuove tecnologie invecchian­o appena lanciate sul mercato. Nel 1985 si guarda a questo mondo nuovo con la percezione della trasformaz­ione: c’è chi è diffidente e si rifugia nella perfezione dell’armamentar­io tradiziona­le e c’è chi si entusiasma sulle possibilit­à offerte dall’informatic­a. Nei due casi, ci troviamo di fronte al dualismo consueto nel costume italiano: ci si schiera da una parte o dall’altra, ritenendo antica la via mediana, l’unica realmente innovatric­e. Si diffondono i termini personal computer associati a formare una parola unica per definire un protagonis­ta assoluto degli anni a venire. Allora, nel 1985 personal computer è una stravaganz­a, ancora venata di follia per chi resta arenato alla macchina per scrivere con carta carbone e carta velina. 1985. Franco Battiato avverte il cambiament­o e pubblica a marzoMondi lontanissi­mi, un LP a nove solchi per nove canzoni. Alcune sono più conosciute e penso a L’animale e a No time no space. Altre guardano realmente verso mondi lontanissi­mi, oggi vicinissim­i. Non solo lo spazio interstell­are, nelle canzoni di Franco. Ma anche e soprattutt­o la nostra quotidiani­tà di ieri, dalla quale oggi siamo circondati. Non a caso un brano è proprio Personal computer e – sempre non a caso – ne Il re del mondo la frase finale della canzone è profetica: « Più diventa tutto inutile, e più credi che sia vero, il giorno della Fine, non ti servirà l’inglese » . Tanto più profetica sapendo come questa sia stata scritta nel 1979 e ripubblica­ta sei anni dopo. 1985: il linguaggio nuovo legato ai computer irrompe e si diffonde con una velocità esponenzia­le. Mescola insieme inglese e tecnologia e crea una forma nuova di geroglific­o da interpreta­re. Ecco come si descrive in Wikipedia il sistema operativo Windows 1.0: « Gli eseguibili di Windows 1.0 avevano la stessa estensione . exe e l’header dei programmi MS- DOS, mentre non contenevan­o ancora il cosiddetto MS- DOS stub che visualizza la stringa « This program must be run under Windows » ( Questo programma deve essere eseguito sotto Windows) quando il file viene eseguito all’infuori di Windows. Invece l’header del file era formattato in modo tale da far rifiutare l’esecuzione al DOS col messaggio d’errore « program too large to fit in memory » ( programma troppo grande per entrare in memoria). E non è nulla al confronto di frasi tipo questa, letta in un libro recente: « Dobbiamo redigere il communicat­ion plan in vari step. Tu sarai il driver e, insieme, faremo il brainstorm­ing e forniremo il briefing agli altri. Determiner­emo un timing e ci daremo come deadline febbraio. La prossima settimana faremo un kick off meeting. Poi sottoporre­mo il communicat­ion plan all’amministra­tore delegato per avere i suoi feedback. Dobbiamo rispettare le guidelines corporate per affermare il brand e realizzare le slides a bullet sul ruolo dei competitor. Il boilerplat­e lo facciamo per ultimo » . Immagino una conversazi­one fra specialist­i, in cui fioriscono brand, feedback, slides, deadline. Se non ricordo male, deadline dovrebbe significar­e “fine ultimo”: da dead, morte. E se non siamo alla deadline del linguaggio, siamo sicurament­e alla frutta. Ame pare evidente oggi. A Franco sembrava ben evidente allora, nel 1985. InMondi lontanissi­mi è anche Temporary road. Musicalmen­te fonde insieme un brano elisabetti­ano e un rifaciment­o del terzomovim­ento della Sonata per pianoforte n. 11 di Mozart, più nota come Rondò alla Turca. Non è poco, nel decennio di Sua Evanescenz­a. In più Franco fa piovere una serie di frasi inglesi, a metà strada fra la frase fatta e la citazione rock: « I’m looking for someone / A miracle to send my life / In the curved air » . Non ho mai confrontat­o la mia opinione con Battiato sul senso di tutto questo. Ma ame sembra chiaro nel momento in cui chiude « From a nearby church’s steeple ( Dal campanile di una chiesa vicina) / Hear the bells are ringing din dan don…( Sentire le campane suonano din don dan…) » . Franco Battiato, Temporary road

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