Viaggio al termine della notte giocando alla con Louis-Ferdinand Céline
IL CASO BALTIMORE. Il Dicker del Libro dei Baltimore è superiore al Dicker della Verità sul caso Harry Quebert? Mi pare che sia questa la domanda dell’anno. Mario Berardelli ( che, mi piace ripeterlo, è « una delle firme più prestigiose del giornalismo ippico, lato galoppo, che l’Italia abbia » , come lo definì il lettore Mario Sciuto) la pensa così: « Dicker fantastico neovittoriano tra Hardy e molto, davvero molto, Collins anche nell’espediente narrativo che spezza il racconto e lo scompone nel tempo, nei luoghi e nelle vicende. In Baltimore siamo oltre Quebert. Dicker racconta splendidamente l’amore anche quello disperato e non corrisposto. Nola è stata Butterfly e anche Tosca. Alexandra è una rigorosa e determinata Leonora che ama, sostiene e libera dalle catene come l’eroina del Fidelio beethoveniano. Dicker sta cambiando la narrazione e la letteratura, un abbraccio » . No, sono io che la abbraccio.
PUBBLICITÀ PROGRESSO. Scrive Luigi Italiani: « Dicker mi piace molto, ho letto anche il suo primo libro, Gli ultimi giorni dei nostri padri e naturalmente anche il suo bestseller e dopo le sue parole su Sette leggerò anche il suo ultimo romanzo. Grazie di tutto, è una guida preziosa per me. Unico libro da lei perorato che non mi è piaciuto Il cardellino di Donna Tartt, ma ci può stare » . ( Ri) scrive Rosanna Del Vecchio: « Dopo averla letta oggi come non precipitarsi a comprare l’ultimo libro di Dicker? ( La perdono per la sua acidità) » . Giuseppe Gaeta: « Complici dei lunghi viaggi in treno avevo letto le 587 pagine del Libro dei Baltimore in due giorni. Giudicatolo un capolavoro assoluto, attendevo con un po’ di ansia la sua recensione e perciò ho letto con piacere le sue lodi su Sette. Considerato che Dicker ha solo 31 anni possiamo aspettarci dell’altro nei prossimi anni » .
CRAZY EDDIE. Scrive Leo Ciomei ( Pistoia): « Vado subito al dunque senza ( inutili?) salamelecchi: a) Paura di leggere Il libro dei Baltimore, lo spin- off del romanzo best- seller di Dicker, a causa di possibile delusione. Ma pure desiderio perché spero nel grande romanzo. b) Il cartello di Don Winslow è un fottuto capolavoro ( cit.). E al contrario di Roth ( tremo per Pastorale americana) sembra creato apposta per il cinema. Quindi direi, se lei è d’accordo, di trovare qualche attore per i ruoli principali. Da parte mia mi permetto solo di suggerire per la parte di Crazy Eddie un attore nato per quella parte: Jake Busey, attempato forse ma con un po’ di trucco » . Un fottuto capolavoro è Il potere del cane. Il cartello è una fottuta altra cosa.
COMPETITORI. Vittorio Frattarolo: « Il più bel romanzo del Novecento senza competitori: Ulysses. Ma non dimentichiamo la Recherche, almeno uno di Kafka ( Il processo) e – unpo’di nazionalismo non guasta – Il fu Mattia Pascal, La coscienza di Zeno » . Romualdo Belardinelli ( Ancona): « A mio modesto avviso, ritengo che oltre Viaggio al termine della notte di Céline, la Recherche di Proust sia da considerare tra i capolavori del Novecento. Anche se complesso e lungo, è un piacere da gustare piano piano, come tutte le cose buone! Non trova? » . Non meniamo il can per l’aia. Questo gioco è come la roulette russa. C’è una pallottola sola in canna e si chiama Céline. adorrico@rcs.it