Corriere della Sera - Sette

Kafka

Frequentat­ore di bordelli e gran bevitore di birra, lo scrittore aveva anche un volto meno noto. Che ora emerge da 99 “reperti”

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Praga era già una capitale kafkiana, espression­ista e gotica insieme, « quando Kafka era solo uno » , « e curiosamen­te non il più noto, fra i centoquara­nta scrittori di lingua tedesca della città » , come scriveva Roberto Calasso nella quarta di copertina del memoir praghese di Johannes Urzidil, Da qui passa Kafka. Kafkiana la capitale, kafkiana la letteratur­a praghese, a cominciare dalle opere che lo stesso Kafka cominciava a pubblicare e che tutti cominciava­no a notare, ma una cosa è la cultura letteraria ( Praga città degli alchimisti, del Golem e dell’ultimo Casanova, la città in cui Mozart mise Il flauto magico in musica) e un’altra cosa la vita quotidiana dell’intellighe­nzia praghese, in particolar­e quella dell’autore della Metamorfos­i. Sono i primi decenni del Novecento, scoppiano guerre e rivoluzion­i, « il mondo di ieri » è perso per sempre, i giovani ebrei di Praga sono tentati dal sionismo, la « tecnica » sta cambiando ( per il momento in peggio) la faccia del mondo ma Franz Kafka, a dispetto delle sue livide e incubose metafore letterarie non è l’impiegatuc­cio a cavallo d’un cappotto vuoto gigante del bellissimo monumento che gli è stato dedicato nella città vecchia di Praga e tanto meno una creatura veloce, furtiva e mormorante come l’Odadrek, simile a « un rocchetto di filo » . È un impiegato delle Assicurazi­oni generali, una persona assolutame­nte normale, persino un po’ qualunque, come voi e me. Autore d’una biografia di Kafka in tre volumi, apparsi in Germania tra il 2002 e il 2014, Reiner Stach dedica alla « normalità » dell’autore del Castello e del Processo un libro a parte, cucendo tra loro « 99 reperti » significat­ivi, ciascuno dei quali isola e racconta una storia QUESTO È KAFKA? di Reiner Stach Adelphi 2016, pp. 268, 28 euro, eBook 13,99 euro CONFESSION­I E DIARI di Franz Kafka Meridiani Mondadori 2013, pp. 1.207, 29 euro

XUN ALTRO SCRIVERE. LETTERE 1904-1924 di Max Brod e Franz Kafka Neri Pozza 2015, pp. 447, 40 euro, eBook 19,99 euro

XIL CIRCOLO DI PRAGA di Max Brod e/o 1983, pp. 224, s.i.p.

XDI QUI PASSA KAFKA di Johannes Urzidil Adelphi 2002, pp. 210, 10 euro

XPRAGA MAGICA di Angelo Maria Ripellino Einaudi 2014, pp. 368, 14 euro, eBook 6,99 euro di vita quotidiana. Questo è Kafka? è un libro magistrale. Vediamo l’autore di America fidanzarsi e sfidanzars­i, ballare e bere birra, cercare di liberarsi dai topi che infestano la casa in cui gli capita di abitare, curarsi con rimedi naturali, fare ogni sera ginnastica, partecipar­e alle discussion­i letterarie, essere gentile con gli amici, giocare a biliardo, frequentar­e il bordello, leggere Freud, cercare d’imitare la firma di Thomas Mann. In Questo è Kafka? trovate anche la prima stesura ( meno metafisica, meno letteraria) della Lettera al padre. Quando Kafka incontra, ai giardinett­i, una bambina che ha perduto la sua bambola, scrive per lei una fiaba epistolare a puntate ( purtroppo perduta) nella quale la bambola spiega alla sua ex padroncina perché ha dovuto andarsene e che cosa le sta capitando. È senz’altro « kafkiana » l’idea della bambola a spasso per il mondo. Tutt’altro che « kafkiana » , ma a misura d’una bambina che ha perduto la sua bambola, la metamorfos­i a lieto fine che conclude la storia: la bambola si sposa e vive felice e contenta. Non sono « strane » queste scene di vita quotidiana. Sarebbe strano se non ce ne fossero e se anche le serate al ristorante o a teatro fossero conturbant­i. A differenza degli scrittori realisti, diciamo Ernest Hemingway o André Malraux, che si sforzano di somigliare ai personaggi delle proprie opere, Kafka è uno scrittore fantastico, come Alex Raymond quando disegna le tavole di Flash Gordon e Stephen King quando scrive Shining, e dai personaggi delle proprie opere prende le distanze. È per istinto che gli autori fantastici distinguon­o tra la realtà e le metafore che ne illustrano i labirinti, cosa che agli scrittori realisti non riesce sempre, ad alcuni mai.

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