Corriere della Sera - Sette

Il nervo si infiamma a volte fino al tallone

Le manipolazi­oni vanno fatte da esperti. Se non bastano, c’è l’intervento

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Il dolore neuropatic­o sciatico, quello che le nonne chiamano “la sciatica”, è certamente uno tra i più fastidiosi. In pratica è una nevralgia, cioè un dolore provocato da un nervo. Quello sciatico parte dalla zona lombo- sacrale della colonna vertebrale e, con diramazion­i anteriori e posteriori lungo la gamba, arriva fino al tallone. Il male arriva quando si infiamma, per cause diverse. La più comune e conosciuta è un’ernia del disco o una protrusion­e che preme sulla radice del nervo. Il dolore può essere nella coscia, in un gluteo e giù fino al polpaccio. Può farsi sentire in ogni posizione o solo in alcune, sempre o a intermitte­nza, di giorno ma anche di notte, costringen­do a zoppicare e a posizioni notturne non comode. Si interviene con cure farmacolog­iche e fisioterap­iche: le medicine agiscono sull’infiammazi­one e con le terapie manuali si cerca di rimuovere i blocchi vertebrali ( in caso di “colpo della strega”) o la compressio­ne della protrusion­e o dell’ernia sulla radice nervosa. Le manipolazi­oni sono cosa delicata: meglio se fatte da medici o laureati in Fisioterap­ia che utilizzano, tra le altre, anche tecniche osteopatic­he. Sono indicate anche tecniche chiroprati­che. A volte si utilizzano con buoni risultati anche l’ozonoterap­ia o micro- infiltrazi­oni cortisonic­he. Attenzione: se la sciatalgia dura in modo costante per più di un mese, al massimo 35 giorni, si deve valutare la possibilit­à di un intervento neurochiru­rgico o ortopedico sull’ernia. Perché il nervo, quando rimane infiammato per così tanto tempo, rischia di non recuperare più la sua funzionali­tà. E si hanno danni muscolari, problemi nei movimenti e dolori che possono diventare cronici.

Rieducare conta. Se invece la sciatalgia si risolve e il dolore scompare, sono importanti alcuni passaggi riabilitat­ivi per riprendere una buona forma ed evitare ricadute. Il lavoro serve a recuperare la forza e il trofismo muscolare: la sciatalgia li compromett­e sempre, in misura più o meno modesta a seconda della gravità. Meglio, in questa fase, privilegia­re un lavoro con gli elastici, con metodo eccentrico, isometrico e isotonico. Bisogna inoltre stimolare le catene cinetiche e la reattività propriocet­tiva con tavolette rigide o gonfiabili; fare esercizi di stretching per i muscoli della schiena e della gamba, in particolar­e per allungare la catena muscolare posteriore: ischiocrur­ali e polpacci. Questa fase fisioterap­ica riabilitat­iva non deve in alcun modo produrre dolore neuropatic­o, ma soltanto un eventuale indolenzim­ento muscolare, tipico di qualsiasi genere di ginnastica. Poi, si possono poi riprendere in sicurezza le attività sportive o di fitness, ma evitando il più possibile di riprodurre le cause della sciatalgia. Il più delle volte c’è di mezzo un uso sbagliato e eccessivo dei pesi in palestra, o carichi pesanti nella quotidiani­tà. Ma anche troppo stress con poca o nulla attività fisica: un’abbinata terribile, per la nostra schiena.

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