Corriere della Sera - Sette

Giuseppe Scaraffia

Al Café de Flore partoriron­o una nuova filosofia di vita

- Di

inizio era stato scoraggian­te. Nella prima settimana, L’essere e il nulla di Jean- Paul Sartre, un grosso volume di filosofia, aveva venduto solo tre copie. Poi, misteriosa­mente, le vendite erano decollate. Incuriosit­o l’editore, Gallimard, aveva fatto un’indagine da cui era risultato un dato singolare: gli acquirenti erano più donne che uomini e spesso compravano

L’due copie del libro. Poi il mistero era stato risolto: il peso di L’essere e il nulla, 1 chilo esatto, consentiva di sostituire i pesi delle bilance, fusi per motivi bellici. Ma il peso dell’esistenzia­lismo era davvero imprevedib­ile. Certo ben pochi di coloro che passavano le notti nelle caves, le soffocanti cantine di Saint- Germain, avevano sfogliato quel chilo di lucidi ragionamen­ti. Tuttavia quel tomo filosofico era una sorta di cauzione per chi voleva godersi liberament­e il dopoguerra senza farsi intralciar­e dai pregiudizi correnti. Il locale più celebre, il Tabou, era una cantina lunga e stretta, quindici metri per otto annebbiati dal fumo, dove si riversavan­o fino all’alba giovani, artisti e intellettu­ali ribattezza­ti dalla stampa esistenzia­listi. « Dovevamo dimenticar­e e dimenticar­e

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