Schermo
Barbarella, Audrey, Tilda e anche Tom. Costumi in grado di dettare legge nel guardaroba e stilisti capaci di diventare registi da red carpet
on è mai successo in maniera del tutto dichiarata, ma è stato in grado di cambiare le sorti dei guardaroba come quelle dei protagonisti del set. Il fenomeno della commistione tra costumi di scena e abiti da indossare nella realtà. Così creazioni iper griffate, scelte per connotare i protagonisti di una determinata pellicola hanno cambiato le sorti del costume. Segnato generazioni sedotte dal grande schermo tutte le volte che quel titolo passava. Caso paradigma è Colazione da Tiffany ( 1961). Chi non ricorda la diafana Audrey Hepburn prosciugata nel suo little black dress by Givenchy? Da quel momento tutte le donne hanno voluto emulare Holly Golightly, la combattuta eroina del romanzo di Truman Capote da cui è tratto il film. Con Hepburn da Tiffany siamo nell’upper class di Manhattan con lo stile wasp della Quinta Strada. Proiettati nello spazio invece si è qualche anno dopo: è il 1968 quando Jane Fonda interpreta, nel ruolo del titolo, Barbarella, commedia dal sapore fantascientifico di Roger Vadim. I suoi micro abiti in maglia e placche metalliche creati da Paco Rabanne lanciano la moda spaziale rimasta poi uno dei must di quel periodo e spesso ritornata sulle passerelle. L’identificazio-
Nne col personaggio è talmente forte tanto che Jane Fonda alla fine è ricordata più col nome di Barbarella che con il suo. Così nei guardaroba femminili un altro capo e stile entrano a gamba tesa. La sintesi, molto silenziosa, tra Colazione da Tiffany e Barbarella ha luogo però prima, a metà degli anni Cinquanta. Con un titolo tutt’altro che fashion, anche se le passerelle e l’haute couture ne sono coprotagoniste. Si tratta di La finestra sul cortile di Hitchcock. E cosa c’entra la moda, al di là del fatto che la protagonista del film, la fidanzata dell’ingessato Jeff- James Stewart sia la bionda Grace Kelly? La futura principessa di Monaco interpreta Lisa Freemont, giovane donna innamorata, sofisticata rappresentante dell’alta società newyorkese e modella a tempo perso. Fili di perle appoggiati su abiti della costumista Edith Head imprescindibilmente rappresentazione speculare del Dior style. Non c’è scena in cui Grace appaia che non sia un’ipotesi di shooting per uno