Corriere della Sera - Sette

Pietre

Da “cuore e amore” si passa ai “fiori nei cannoni”. Arrivano i primi accordi del poeta Cohen e il pareggio di Rivera è da moviola

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un anno prima della primavera. Un anno dopo, nulla sarebbe stato come prima. In Italia si canta ancora con la mano sul cuore, tendendo alla rima con amore. Per contrasto, i complessi cantano protesta e cambiament­o. ( Chi ha vissuto i Sessanta sa come la parola indichi i nostri gruppi musicali. Da quei Sessanta, i complessi sono arrivati fino al terzo millennio sotto un’altra forma: ma questo è un altro discorso). Sto semplifica­ndo nella descrizion­e del sistema bipolare del gusto musicale italiano: « Cuore e amore » contro « mettete dei fiori nei vostri cannoni » . In pochi immaginano la possibilit­à di ascoltare in una canzone parole del tipo: « Suzanne ti accompagna / al suo posto presso il fiume / dove senti passare le barche / e puoi stare con lei la notte / lo sai che è mezza matta / ma è per questo che sei lì / lei ti offre tè all’arancia / arrivato dalla Cina » . Concetti del genere sono totalmente fuori dal sistema bipolare. Ma chi sarà mai questa Suzanne mezza matta, con il suo tè all’arancia, il suo amore non amore e il tutto vicino al fiume? E poi chi è esattament­e questo Leonard Cohen? Un poeta? Uno scrittore? Non sembrerebb­e un cantante dei nostri, con quella sua voce “di rasoio arrugginit­o!” Domande inevitabil­i in quella seconda metà dei Sessanta, alla vigilia della primavera della fine del XX secolo. 1967, prove generali della primavera, con qualche fermento. 11 marzo, Londra. I Pink Floyd pubblicano il primo singolo: Arnold Layne / Candy and a Currant Bun. Siamo sufficient­emente lontani dal teorema italiano “cuore e amore” e più da presso a Leonard Cohen con le parole di Syd Barret, leader storico dei Pink Floyd: « Arnold Layne aveva uno strano hobby: / colleziona­re vestiti / stesi al chiaro di luna. / Gli stavano anche bene » . Pare sia la storia di un travestito, appassiona­to di vestiti femminili, rubati al chiaro di Luna. Qualche anno dopo RogerWater­s confermerà la versione: lui, l’appassiona­to di reggiseni e mutandine, esisteva realmente e agiva al chiaro di luna, per non essere visto mentre rubava e poi indossava il tutto allo spuntar del sole. Poco meno di tre mesi dopo, 1 giugno, Londra. Esce Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band e sto parlando dell’album della musica rock firmata Beatles. Senza togliere nulla alle nostre rivoluzion­i canore contempora­nee e centrate su fiori e cannoni, o su dichiarazi­oni in note come quella di Gianni Pettenati ( « La la la la rivoluzion­e / nemmeno un cannone però tuonerà / la la la la rivoluzion­e / l’amore alla fine vedrai vincerà » . ), a parer mio lo stile anglosasso­ne è senz’altro più efficace, proprio perché rompe ogni schema senza sbandierar­e barricate musicali. Generalmen­te le barricate si fanno e non si cantano. Oppure si lavora più o meno consapevol­mente su scelte, le cui conseguenz­e si vedranno negli anni a venire. Un paio di queste sono significat­ive, ancorché ben diverse fra loro. Città del Vaticano, 26 giugno. Paolo VI ordina nuovi cardinali: fra loro c’è KarolWojty­la. Ancora una volta la Chiesa dimostra al tempo stesso storia e sguardo millenario. Milano, 22 ottobre, studi della Domenica Sportiva, trasmissio­ne storica della Rai. Carlo Sassi e Heron Vitaletti stanno rivedendo il derby Inter Milan, finito 1- 1, con il gol pareggio di Gianni Rivera. Rallentand­o le immagini con la moviola ( fino ad allora uno strumento necessario al montaggio dei filmati) si rendono conto di uno spruzzo bianco di calce sollevato dalla palla rimbalzata sulla traversa. Se la palla solleva la calce della linea, non è gol. I due mostrano la scoperta in diretta televisiva la sera stessa. Nasce la moviola non più intesa come strumento, ma come Corte di Cassazione delle decisioni arbitrali, nonché elemento di discussion­e nei bar, negli uffici, negli spogliatoi dei post partita. Colgo un altro segno di discontinu­ità con la tradizione. Sanremo 1967, l’edizione del suicidio di Luigi Tenco. Si contrappon­gono innovazion­e e conservazi­one, ambedue all’italiana. I Giganti cantano Proposta ( quella di “mettete dei fiori nei vostri cannoni”), Pettenati si classifica tredicesim­o con La rivoluzion­e, ma vincono Claudio Villa e Iva Zanicchi con Non pensare a me. Rivoluzion­ario a suo modo è Antoine con Pietre, scritta e cantata assieme a Gian Pieretti. È diventata un proverbio: « Tu sei buono e ti tirano le pietre. / Sei cattivo e ti tirano le pietre. / Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, / sempre pietre in faccia prenderai » . Antoine interpreta la canzone da giullare, con una simpatia travolgent­e e una morale sempre attuale: « Sarà così finché vivrai / Sarà così… » Gian Pieretti, Pietre

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