Tradimento
La storia della nostra politica è fatta di congiure, tranelli e voltafaccia: proprio per questo non si ammette la sconfitta e nessuno perde mai
Primo d’una nuova specie, i capi di governo postfascisti, Ferruccio Parri fu anche il primo a tuonare contro il colpo di Stato quando la sua maggioranza parlamentare, un esecutivo « partigiano » a guida azionista, venne meno per la defezione dei liberali e dei democristiani. Supplicò, minacciò, complottò, ricattò e – nel corso d’una conferenza stampa che suscitò l’ira d’Alcide De Gasperi – denunciò i suoi nemici come neofascisti. Parri fu il primo a uscire rabbiosamente di scena, deciso a prendersi una rivincita su chi l’aveva giubilato. Una rivincita che però non venne: il Partito d’azione svanì dall’orizzonte politico al primo appuntamento elettorale, e del governo Parri si perse presto ogni ricordo. È una scena originaria, la prima di quelle elencate da Filippo Maria Battaglia e Paolo Volterra in Bisogna saper perdere, un fedele ritratto a carboncino – tratti appena schizzati, niente fronzoli – dell’Italietta repubblicana, il Paese dove nessuno « perde » ma tutt’al più « non vince » ( come Pierluigi Bersani che nel 2013 spiegò agl’italiani che il Pd aveva « non vinto » ) . Nell’Italia favolosa della politica, uno dei Paesi che avrebbe potuto visitare Gulliver nel corso dei suoi viaggi, le leggi fisiche sono sospese, come nel mondo subatomico della meccanica quantistica. Dalla « Resistenza tradita » alla congiura dei giovani democristani per pensionare la leadership degasperiana, dal « ribaltone » del partito lumbard contro il Caimano ai ribaltoni innumerevoli della sinistra nostalgica contro Romano Prodi, su su fino ai fasti d’ « Enrico, stai sereno » , quello di Battaglia e Volterra è un viaggio al termine della notte italiana, nel cuore di questa tenebra. Da noi nessuno ha mai mollato volentieri BISOGNA SAPER PERDERE. SCONFITTE, CONGIURE E TRADIMENTI IN POLITICA DA DE GASPERI A RENZI di Filippo Maria Battaglia e Paolo Volterra Bollati Boringhieri 2016, pp. 162, 12 euro, eBook 5,99 euro L’ETÀ DELLA TEMPESTA. AUTOBIOGRAFIA ROMANZATA D’UNA GENERAZIONE di Paolo Vittorelli Rizzoli 1981, pp. 232, s.i.p.
XSTORIA D’ITALIA, VOL. 16. L’ITALIA DELLA REPUBBLICA di Indro Montanelli e Mario Cervi Rizzoli 3012, pp. 268, 10 euro, eBook 4,99 euro
XSTORIA DEL PARTITO D’AZIONE di Giovanni De Luna UTET 2006, pp. XI-468, 26 euro il potere. Tutti minacciano tutti col pugno. Tornerò! Me la pagherete! Umberto II, dopo il referendum istituzionale del 1946, fu praticamente messo alla porta mentre puntava i piedi per restare in Italia e strillava contro « i brogli » . Un grande strillatore contro i brogli, in futuro, sarebbe stato anche Silvio Berlusconi, che ancora oggi non riesce a spiegarsi perché qualcuno dovrebbe votargli contro. Sentirete gli strilli di Beppe Grillo e Associati al primo scricchiolio elettorale, e non ci vuole un meteorologo, direbbe Bob Dylan, per sapere che a dicembre, chiunque « non vinca » il referendum, strillerà contro i golpisti come se lo sgozzassero. Alcuni, naturalmente, fanno bene a strillare, come per esempio Romano Prodi, ancora lui, dopo l’affaire dei « 101 » ( quanti furono i voti che gli mancarono per mettere su casa al Quirinale). Ma per lo più, naturalmente, è fantascienza.
Gufi e golpisti. Sul momento – mentre si vivono le avventure d’Amintore Fanfani contro la destra Dc e di Fanfani Amintore contro la sinistra Dc, di Craxi contro Berlinguer, di De Mita contro Craxi, di Mariotto Segni contro se medesimo e di Mani pulite contro ( quasi) tutti – sembra tutto normale: niente paura, tranquilli, è solo politica. Ma vista tutta insieme – in sequenza, nelle slide impassibili, alla Buster Keaton, di Bisogna saper perdere – la storia della repubblica e dei suoi protagonisti, tutti perseguitati dalla sorte cinica e bara, tutti vittime di complotti, in balia di « gufi » e golpisti, ha un che di straordinario, tra il film horror e Le mille e una notte. Si ha un senso di vertigine, come se all’improvviso, con un tuffo al cuore, si scoprisse di vivere in una delle città invisibili d’Italo Calvino.