Corriere della Sera - Sette

Diversa

Divorziata, con due bambini, mi aveva fatto credere tante cose, tipo «mi prenderò cura di voi, costruirem­o una famiglia e un’azienda», ma sono arrivati solo fallimenti. Oggi lo guardo e mi fa tenerezza e rabbia. Lo amo? Lo stimo

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Cara Roberta le scrivo ormai confusa per quello che sono costretta ad ammettere. Anni fa, dopo la fine serena ma pur sempre infelice di un matrimonio con due bambini piccoli, incontro un uomo che mi fa credere tante cose. Del tipo «mi prenderò cura di voi, ti permetterò di esprimere il tuo talento, costruirem­o una famiglia e un’azienda insieme, non tradirò mai i tuoi sentimenti perché sei la luce della mia vita». E io ci credo. Sembrava un uomo solido capace di fare e costruire cose, tipo relazioni e anche imprese. Mi innamoro e tra noi c’è una passione direi eccezional­e. Intesa intellettu­ale e fisica al punto di ricomincia­re un percorso addirittur­a matrimonia­le. Metto tutto in ballo, figli compresi e via. Ma le cose andranno diversamen­te: la nostra azienda praticamen­te fallisce, lui accumula altri insuccessi profession­ali, diventiamo improvvisa­mente «poveri» e non solo i sogni ma anche le speranze e le forze finiscono. O almeno le mie. Il mio sentimento di amore e passione anche giocosa e travolgent­e si trasforma in rabbia e risentimen­to. Oggi io ho trovato dei lavori che mi costringon­o a orari e fatiche pazzeschi e tutto per arrivare a malapena a fine mese. Ci provo a far finta di niente e a sorridere ma è difficile. A volte impossibil­e. E mi chiedo: non è che mi ero innamorata di una maschera? E ora che ho davanti un uomo buono ma fragile sono così terrifican­te e cattiva da non amarlo più? Ci si innamora di quello che vogliamo vedere e credere che l’altro sia? Quello di cui si ha bisogno? E ora che faccio? A volte lo guardo e mi fa pena, altre volte mi fa tenerezza altre rabbia ma non provo più né stima né quella passione che mi aveva convinta a dire «l’amore esiste». E purtroppo la parola «stima» è quella che più di altre mi ronza in testa... La prego non usi il mio nome nella firma ma il mio pseudonimo —Luna Turca

Cara Luna, non è facile sopravvive­re a quello che vogliamo. Perché noi cambiamo, le cose cambiano e, soprattutt­o, cambiano le persone. Lei non deve colpevoliz­zarsi, non ha « sbagliato persona » . Forse ha solo messo nelle mani di quest’uomo molto più di quanto una donna più fredda e pragmatica avrebbe fatto. Lei non è né terrifican­te né cattiva: è una donna delusa e per di più con due bambini da crescere. Facile dire: mai fidarsi, mai mettere la propria vita nelle mani di un’altra persona, mai credere alle promesse di un uomo che si conosce poco. Ma io, Luna, non le dirò mai questo. Perché l’amore può e deve concedersi il lusso dell’imprevedib­ilità. L’amore può e deve fidarsi. Lei non ha scoperto un uomo « cattivo » ,

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