Se 42 partitivisembranpochi Sono queste le sigle salite al Quirinale per le consultazioni. E basta rileggere un editoriale del del '66 per accorgersi che è sempre la stessa storia. Anzi, peggio
Èprobabile, e noi ce lo auguriamo, che si arriverà, in una data non molto lontana, ad arrestare la proliferazione della bomba atomica. Ma c’è una proliferazione, nel nostro Paese, che nessuno potrà mai arrestare ed è la proliferazione dei partiti » . Parole d’oro, direte. Non c’è Paese al mondo che possa essere decentemente governato se per le consultazioni in Quirinale dopo le dimissioni del governo di Matteo Renzi si presentano i delegati di una marea di forze politiche. Citiamo l’ordine d’ingresso dal comunicato della presidenza della Repubblica: Gruppo Misto del Senato e della Camera; Südtiroler Volkspartei; Minoranza linguistica della Valle d’Aosta; Alternativa Libera Possibile ( AL- P) ; Udc, Unione Sudamericana Emigrati Italiani ( USEI- IDEA); FARE!PRI, Partito Pensiero e azione ( PPAModerati); Partito Socialista Italiano ( PSI)- Liberali per l’Italia ( PLI) ; Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale; Democrazia Solidale - Centro Democratico ( DeS- CD); Grandi Autonomie e Libertà ( Grande Sud, Popolari per l’Italia, Moderati, Idea, Alternativa per l’Italia, Euro- Exit, M. P. L.- Movimento Politico Libertas); Civici e Innovatori ( CI); Gruppo parlamentare Per le Autonomie ( SVP- UV- PATT- UPT); Gruppo parlamentare Conservatori e Riformisti ( CR); Lega Nord e Autonomie ( LNA); Sinistra Italiana - Sinistra Ecologia Libertà ( SI- SEL); ALA - Scelta Civica per la Costituente Liberale e Popolare; Area Popolare - NCD - Centristi per l’Italia; Forza Italia- Il Popolo della Libertà; Movimento 5 Stelle; Partito Democratico. Per un totale, considerando che le componenti di questo e quel gruppuscolo uniti sono nella stessa delegazione, di 42 sigle. Quarantadue! Eppure, vi sembrerà impossibile, a pubblicare quel corsivo dell’incipit sulla proliferazione della bomba atomica e dei partiti, sotto il titolo « Tutto è a posto » , era il Corriere del 22 novembre 1966. Cinquanta anni fa. Proseguiva quel commento, anonimo e quindi « firmato » dal direttore, allora Alfio Russo. « Pochi giorni or sono » , proseguiva il corsivo, « abbiamo visto nascere un nuovo partito comunista, che per brevità è stato chiamato cinese. E sta bene, non ce ne siamo sorpresi, perché era da attendersi che un fatto così importante come lo scisma
Meno comprensibile però, insisteva il Corriere, « è invece un’altra proliferazione: la più recente, ( essa data infatti da ieri) di un nuovo raggruppamento socialista, che è stato promosso da alcuni parlamentari e loro amici, che non hanno approvato l’unificazione. Nemmeno l’onorevole Lombardi e l’onorevole Santi hanno approvato l’unificazione, ma hanno pensato che era più opportuno far valere le loro opinioni, restando nel partito unificato. Gli onorevoli Gatto, Carettoni, Anderlini invece sono stati del parere opposto: che era meglio andarsene che restare. E fin qui nulla da eccepire. Ma, andandosene, perché non hanno raggiunto i loro antichi compagni Vecchietti, Valori e seguaci, nel partito socialproletario? I socialisti di Gatto non si distinguono ideologicamente da quelli di Vecchietti. E nemmeno politicamente, perché gli uni come gli altri vogliono il fronte popolare, e cioè l’unione delle sinistre con l’inclusione dei comunisti. E tutti e due intendono mantenere l’autonomia dottrinaria e organizzativa del socialismo rispetto al comunismo. Quindi la logica avrebbe voluto che alla uscita di Gatto e compagni dal partito unificato fosse seguito il loro ingresso nel partito socialproletario. Ma, evidentemente, la logica non è stata rispettata. Gli scissionisti hanno preferito fondare un nuovo partito. Per evitare il rimprovero della proliferazione, essi hanno preso una sola precauzione: hanno deciso di chiamare il partito “movimento”, e così tutto è andato a posto » . I gruppi parlamentari compreso quello misto, per vostra curiosità, erano solo undici alla Camera e sette al Senato. Occorre aggiungere un commento? Ahi ahi… La moltiplicazione di sigle partitiche e movimenti è un male cronico del Belpaese. tra comunisti russi e comunisti cinesi, scisma a torto o a ragione fondato su questioni ideologiche d’interesse mondiale, avesse una qualche ripercussione in tutti i partiti comunisti. Quando due ortodossie vengono in conflitto, quando Breznev e compagni da un lato e Mao Tse- tung dall’altro pretendono di essere ognuno l’interprete unico del marxismoleninismo, non si può impedire che tutti coloro che partecipano alla comunità marxista- leninista si pronuncino a favore dell’uno o dell’altro » .