Maria Luisa Agnese
a signora che ha sdoganato la fascia oraria mattutina portando in quelle ore casalinghe il vento del talk show dice che dal suo osservatorio privilegiato il risultato del referendum lo si sentiva arrivare, eccome. L’aria che tira la si sente soffiare ogni mattina in questa trasmissione di due ore e mezzo condotta da Myrta Merlino con “pochi mezzi” e piglio deciso ma spesso alleggerito da una solare napoletanità, e da due bicipiti sempre in mostra, anche loro sdoganati da tempo da Michelle Obama. Cerchiamo di capire come funziona la macchina dell’Aria che tira, 6 per cento di ascolto medio con puntate record oltre il 9 per cento, programma che uno dei suoi ospiti ritornanti, Gennaro Migliore, ex rifondativo passato a fare il sottosegretario alla Giustizia nel governo Renzi appena defunto, definisce la “trasmissione generalista perfetta”.
LOgni mattina da voi va in onda l’Italia del malessere.
« Il nostro Paese è pieno di grandi malesseri, il populismo esiste e ha a che fare con i problemi reali: i poveri, i migranti, il lavoro, le periferie. L’Italia dolente bisogna raccontarla. Il populismo non risolve i problemi ma per combatterlo serve guardare in faccia la realtà con tutti i suoi difetti, non raccontare solo il meglio » .
Ma non siete stati troppo populisti?
« Noi la raccontiamo questa Italia, senza schierarci. Facciamo servizio pubblico, facendo sentire le voci di tutti, per far capire. La verità è che questo No ha fatto da formidabile catalizzatore di tutti i mal di pancia possibile, anche quelli con il capufficio. Ha attirato tutto come una calamita. Ho intervistato un signore di un paese toscano che voleva votare sì, ma poi l’idea che si potesse decidere la costruzione di un inceneritore nella sua zona l’ha convinto a dire no. Chiunque aveva qualcosa da ridire ha usato questo No per lanciare il suo piccolo vaffa » .
C’è stato però anche un voto clientelare, di categoria?
« Sì certo alcuni mondi erano arrabbiatissimi, dagli insegnanti ai tassisti, ma d’altra parte tanti hanno avuto molto da Renzi, dalla Confindustria ai pensionati. Ad esempio, Renzi si è dedicato moltissimo al Sud ma il Sud non ha risposto. Perché al Sud come in altre zone del Paese, ad esempio la Sardegna, la gente sta male e alla fine il referendum è stato un derby tra ricchi e poveri, più che un derby tra voto di pancia e voto di testa »
Anche se ha avuto a modo suo ragione Grillo con il richiamo al voto di pancia…
« Grillo aveva lanciato il vaffa day nel 2007, un’ intuizione. Questo è un Paese che non ama essere riformato, va avanti a galleggiare, non ama i leader forti, gli van bene per un po’, poi vuole resettarli. Il No è stato come uno strumento personale, ancestrale per dire “Io non ci sto”, come per i bambini. Il No di un Paese fragile, arrabbiato, non capito » .
Un’Italia come tutto il resto del mondo, in questo momento. È un venticello universale.
« Certo, tutto sta su una stessa linea, la Brexit, Trump, un malessere universale all’insegna della paura e del “temo che potrei star peggio”, e dietro c’è la globalizzazione. La velocità di Renzi può piacere a chi in qualche modo è élite, non al Paese fragile,