Corriere della Sera - Sette

Lo sguardo di una donna sui corpi in decadenza

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La macchina da presa è ferma su uno scenario rosso acceso. Cambiano i soggetti davanti a noi, ma non l’inquadratu­ra. Corpi flaccidi di donne danzanti, nudità esposte con enfasi, anziane signore che agitano vessilli da majorette. Le immagini rallentate esasperano la volgarità dei corpi logorati dal tempo e dall’eccessivo peso, in un gioco ipnotico costruito apposta per intrappola­rci. Ora cambia il punto di vista, è più ravvicinat­o, ci mostra i dettagli: la cellulite, le cicatrici, le labbra mal truccate di vermiglio, l’ombretto dilatato dalle rughe. Sono maschere che sfuocano, persone che si sfaldano, pensieri sudici che si materializ­zano. Più si avvicina il nostro sguardo e più subiamo violenza, il disgusto lascia spazio al fascino per la stranezza, l’eccesso. Una carrellata indietro ci svela che si tratta di quadri in movimento, in una mostra d’arte contempora­nea, molto affollata. Scopriamo una donna, di spalle, intenta a guardarli. Ha la figura esile, stilizzata, elegante, totalmente distaccata dalla gente che la circonda. Per ultimo, scopriamo i suoi occhi tristi, azzurri come il cielo di una Los Angeles ormai decadente, e i suoi capelli rossi, come la terra del deserto Texano che non ha clemenza per il genere umano. - La soluzione a pag. 113

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