Utopia
Una grande mostra celebra i 500 anni del libro di Tommaso Moro che sognava una società ideale, perfetta. Ma irrealizzabile
capo di essa, e che destinasse Anna Bolena al patibolo. Il grande umanista, amico di Erasmo da Rotterdam ( che gli dedicò il suo Elogio della follia scrivendolo appunto in casa di Moro), ritratto da Holbein, viene ricordato quest’anno per il suo importante libro, Utopia, pubblicato nel 1516 da Dirk Martens a Lovanio ( cittadina di grande fascino per tesori e architetture, a venti minuti di treno dall’aeroporto di Bruxelles), nella cui biblioteca universitaria si conserva la prima edizione. La città d’Utopia è un’isola di perfetta armonia, una società egalitaria ma a “porte chiuse”. Gli abitanti non possono andarsene liberamente, vige il collettivismo e una felicità obbligatoria dove la fraternità s’impone in modo astratto. In un volume francese del 1715, corredato da sedici incisioni, si ritrova anche quella dove due fidanzati vengono raffigurati nudi. Per regola, in quel di Utopia, i giovani prossimi alle nozze potevano “conoscersi” visivamente prima in modo da evitare delusioni.
Il giardino dell’utopia. Nella biblioteca universitaria di Lovanio, con l’esposizione di volumi, scritti e stampe, troviamo appunto le premesse per la grande mostra nel locale museo, con un’ottantina di dipinti e opere, che c’immergono nel clima in cui vide la luce il libro di Tommaso Moro ( esposti il suo ritratto opera di Holbein, anni in cui anche il