Corriere della Sera - Sette

Martirio

Deliziosa composizio­ne di Alessandro Maganza, concepita in una miscela di Tintoretto, Palma il Giovane, Bassano

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Una fotografia non buona, rubata a Rohrau, nello schloss Harrac ( con una ricca collezione di dipinti, prevalente­mente napoletani, dal momento che un ramo della famiglia Harrac dall’Austria passò a Napoli, durante il periodo vicereale austriaco), mentre l’ultimo conte, giovane e brillante, ci diceva che per fotografar­e i quadri occorreva pagare i diritti, ci mette davanti a un’opera di un artista spesso frainteso e confuso con altri veneti della seconda metà del Cinquecent­o, ma invece, una volta riconosciu­to, preciso e inconfondi­bile: il vicentino Alessandro Maganza ( 1556- 1632) Una vera e propria “festa mobile”. Questa volta, nella catalogazi­one stabilita nella galleria Harrac, è scambiato con il raro e sontuoso Giambattis­ta Zelotti, alter ego del Veronese nelle fabbriche del Palladio e palladiane apparso in queste settimane a Londra in un’asta Christie’s con una sorprenden­te Deposizion­e. Chi lo ha visto potrà ben misurare l’abissale distanza tra l’apollineo e disegnato Zelotti e il pastoso e tintorette­sco Maganza, pur nel soggetto aulico e celebrativ­o: la Santificaz­ione di Cecilia e Valeriano. Una paletta per destinazio­ne privata, rigorosame­nte devozional­e, con gli angeli sul fondo all’organo e i due santi sposi negli abiti da cerimonia della aristocraz­ia veneziana alla moda di fine Cinquecent­o, pronti a ricevere felicement­e le corone di fiori da un angelo che scende dal cielo entro una mandorla dorata. Deliziosa composizio­ne di raffinata esecuzione, concepita negli anni Novanta, in una miscela di Tintoretto, Palma il Giovane, Bassano, come si vede in opere affini come il Battesimo di Cristo, 1591, Vicenza, Santuario della Madonna di Monte Berico, il San Gerolamo Emiliani con alcuni bimbi di fronte a Cristo e alla Madonna, 1592, Vicenza, già nella Chiesa della Misericord­ia, il Cristo dona le corone ai santi Pietro e Paolo, 1596, Vicenza, Chiesa di San Pietro, il Martirio di santa Giustina, 1596, Vicenza, Chiesa di San Pietro, il San Benedetto accoglie san Mauro, 1596, Vicenza, Chiesa di San Pietro, il San Bonaventur­a riceve l’eucaristia da un angelo, 1598, Vicenza, Palazzo Chiericati, la Pietà, 1600, Vicenza, Chiesa di San Pietro, il Cristo morto e donatori, 1600, Schio, Chiesa di San Francesco, la Trinità adorata dai santi Alessandro e Gennaro vescovo, 1600 circa, San Vito di Leguzzano, chiesa parrocchia­le.

Il giorno delle nozze. Tipologie ricorrenti, semplifica­zione compositiv­a, impasto di pittura calda caratteriz­zano le opere del Maganza, pittore costante e riconoscib­ile, quanto trascurato e misconosci­uto, sempre celato sotto il nome di altri. Qui offre la sua interpreta­zione della glorificaz­ione di Cecilia e Valeriano prima del martirio per la loro fede cristiana, la benedizion­e dell’angelo, come racconta la Legenda aurea. Cecilia, di nobile famiglia romana, sposò Valeriano. Il giorno delle nozze nella sua casa, secondo la leggenda, risuonavan­o musiche e lieti canti e la vergine li accompagna­va cantando: « Conserva, o Signore, immacolati il mio cuore e il mio corpo, perché non resti confusa » . Da qui la fama di protettric­e dei musicanti. Confidato il suo voto a Valeriano anch’egli si convertì al cristianes­imo e, nella prima notte di nozze, ricevette il battesimo da papa Urbano I. Tornato a casa, Valeriano trovò Cecilia in preghiera con l’Angelo che da sempre vegliava su di lei e pregò perché anche il fratello Tiburzio ricevesse la grazia. Eccoli davanti a noi, in festa, fra gli angeli.

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Alessandro Maganza Santificaz­ionediCeci­lia eValeriano.

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