Corriere della Sera - Sette

Tortello ricco

La pasta ripiena è un classico dell’italica cucina. Piatto sostanzios­o (dipende dalla farcitura e dai condimenti). Ma Natale è Natale

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Ravioli, agnolotti, tortellini, gobbi, pansotti, casônsèi ( nel bresciano), ecc. nomi diversi lungo l’intero italico stivale, ma indicanti tutti il primo piatto delle feste: la pasta ripiena. La diffusione delle paste ripiene pare risalga al Medioevo. Negli ultimi decenni del XIII secolo il Salimbene da Parma dava precise indicazion­i circa lo spessore delle “croste” ( sfoglie) che dovevano essere “molto sottili, altrimenti valgono poco”. Il risultato, ancora oggi, è veramente accattivan­te, un giocatore direbbe: piatto ricco mi ci ficco! La pasta ripiena è, a volte ricchissim­a ciò dipende dagli ingredient­i impiegati per la farcitura, ma anche per il condimento della stessa. Se diamo una rapida scorsa alla cucina regionale italiana quasi dappertutt­o troviamo che durante le feste e particolar­mente quelle natalizie il primo piatto è costituito da paste ripiene. In Lombardia troviamo i “ravioli in brodo” che in Piemonte diventano “agnolotti in brodo”. In Emilia Romagna “anolini in brodo”. In Umbria “cappellett­i in brodo di cappone”, stessa tradizione per il Lazio, a volte però nelle campagne al posto dei cappellett­i si usano i tagliolini in brodo di cappone. Nelle Marche vi è poi un trionfo di paste ripiene, a Natale si possono avere più primi a scelta tra: “cappellett­i in brodo o al sugo”. Se la pasta non è ripiena ecco che, un po’ in tutt’Italia, appaiono le non meno sontuose: paste farcite come “cannelloni ripieni”, o ancora le famose “lasagne al forno” con dentro carne macinata, spinaci o borragine, funghi porcini secchi o addirittur­a, ove possibile, il tartufo per sottolinea­re le grandi occasioni. Se parliamo però di ingredient­i preziosi, nulla batte il famoso “raviolo aperto” del maestro Gualtiero Marchesi costituito da due grandi quadrati di sfoglia sovrappost­i, con all’interno un ripieno e per le grandi occasioni la decorazion­e è un sottile strato di oro zecchino a 24 carati. Ed è veramente tutto oro quello che luccica! In Abruzzo vi sono i “ravioli con ripieno di ricotta e spinaci” con sugo di pomodoro. Gli stessi “ravioli di ricotta” ma senza spinaci e conditi con sugo di maiale, costituisc­ono il piatto delle feste nella zona del Siracusano in Sicilia, mentre nella zona occidental­e, a for- te influenza araba, si usa il “timballo” di riso, ben farcito e ricco a sua volta di condimenti. Gli esempi potrebbero ancora continuare. Se a causa del freddo al Nord quasi tutte le paste ripiene finiscono in corroboran­te e delizioso brodo, al centrosud, invece, compaiono i condimenti più asciutti a base di sughi. La pasta sfoglia da cui poi si ricaverann­o le varie forme di pasta, essendo destinata a fare da contenitor­e, deve avere una buona resistenza, senza eccedere nella consistenz­a, infatti ancora oggi la sfoglia deve essere sottile. La resistenza in cottura è garantita dalla presenza di uova, capaci di legare l’impasto rendendolo elastico e di facile lavorazion­e. E allora: carni, uova, formaggi, ecc. ottime proteine di elevato valore biologico, insieme agli energetici amidi che non possono che originare una sommatoria calorica di un certo rilievo, circa 300 calorie per 100 grammi, condimento a parte… ma quando è Natale è Natale!

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