Corriere della Sera - Sette

I segreti del cielo tra antiche pietre

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Le grandi pietre di Stonehenge nella piana di Salisbury, nel Wiltshire, in Inghilterr­a, sono spesso fonte di nuove interpreta­zioni e scoperte sulla natura del grande monumento megalitico costruito quasi cinquemila anni fa. Stonehenge è forse il più celebre esempio studiato dall’archeoastr­onomia, la scienza che indaga il legame tra alcune opere dell’uomo e le stelle, la Luna e i pianeti. I raggi di sole che ai solstizi entrano tra i massi squadrati con inclinazio­ni perfettame­nte allineate pongono affascinan­ti domande. Ma gli stessi gigantesch­i massi conservano l’enigma del loro arrivo nella piana verdeggian­te. Come sia stato possibile trasportar­li dalle cave delle colline Preseli, il luogo d’origine distante duecento chilometri, ancora non è ben chiaro. Questa è una delle dodici storie raccontate da Giulio Magli del Politecnic­o di Milano indagando altrettant­e opere di architettu­ra nate nei continenti consideran­do la volta celeste. Magli descrive e spiega dalla Grande Piramide di Cheope al tempio-montagna di Angkor Wat, al fascio di luce che scende dall’oculus del Pantheon, a Roma, colpendo l’ingresso a mezzogiorn­o. Fascino e scienza si uniscono aiutando a decifrare (senza falsi misteri) l’ intrigante rapporto umano con gli astri. Giulio Magli,

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