CUBOMEDUSA La
cubomedusa Tripedalia cystophora è uno degli animali più semplici: un ammasso di gelatina pulsante che si tira dietro quattro fasci di tentacoli urticanti. Non ha nemmeno un vero cervello, ma solo un anello di neuroni intorno all’ombrello. Però ha 24 occhi marrone scuro, riuniti in quattro gruppi chiamati ropali. Quattro dei sei occhi di ogni ropalio sono solo fessure o pozzetti sensibili alla luce, ma gli altri due sono sorprendentemente sofisticati: come gli occhi umani, hanno lenti che mettono a fuoco la luce e possono vedere immagini, sebbene a risoluzione inferiore. Dan-Eric Nilsson dell’Università di Lund, in Svezia, ha dimostrato che usa gli occhi inferiori dotati di lenti per individuare eventuali ostacoli, come le radici di mangrovia tra cui nuota. Gli occhi superiori invece guardano sempre in alto, anche se la cubomedusa nuota a testa in giù. Se questi occhi individuano zone scure, la cubomedusa sa che sta nuotando sotto la volta delle mangrovie, dove può trovare i piccoli crostacei di cui si nutre. Se invece vede solo luce, si è persa in acque aperte e rischia di morire di fame.