Salvatore Giannella
Alle ragazze di oggi»
Buongiorno Cristina, una volta hai elogiato la funzione terapeutica del pettegolezzo: « Occuparsi di vip è un modo per vivere realtà da favola immedesimandosi con quei personaggi. Anche se poi, nella realtà, le loro vite non sono così felici » . Se potessi applicare questa sorta di protesi ideale, in quale personaggio sceglieresti di immedesimarti? « Come appassionata di moda, non esiterei: Coco Chanel, la donna che ha inventato lo stile del Novecento. In realtà la sceglierei anche perché lei è stata una rivoluzionaria sia nel lavoro che nell’amore. Una donna che ( al di là di aver creato una casa di moda ancora adesso faro per lo stile) ha molto da insegnare alle ragazze d’oggi. Dietro quel volto di donna di successo c’era una vita difficile: è nata in un ospizio dei poveri, dalla lavandaia Jeanne e da un padre venditore Succede a Milano. Non affittano un appartamento a una benemerita associazione perché ci andrebbero ad abitare persone con sindrome di Down. Sembra incredibile, eppure sì, succede a Milano. Ma potrebbe essere ovunque. Perché purtroppo sono atteggiamenti che non hanno confini o patrie. E per fortuna sono in tanti a indignarsi di quello che è stato denunciato al Corriere della Sera dal Circolo Culturale Giovanile Porta Romana, che ha un bel progetto, sostenuto da educatori, psicologi, sessuologi, di un percorso di vita autonoma per le persone con sindrome di Down: « Nel 2009 abbiamo intrapreso il percorso di formazione ‘ Progetto Casa’, che punta a costruire le competenze per una vita autonoma. In pratica una vera e propria palestra didattica, l’appartamento, nella quale far esercitare ai ragazzi le proprie capacità, aumentare i propri requisiti per una vita futura che, nel tanto temuto ‘ dopo di noi’, possano affrontare con i maggiori strumenti possibili. L’esperimento è stato vincente e al momento tre ragazzi vivono in quasi totale autonomia e altri hanno iniziato da più di due anni il progetto stesso, con ottimi risultati » . Bellissimo. Ecco perché è giusto indignarsi: le porte si devono aprire, rompendo senza paura il muro della discriminazione.