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I 10 brani che hanno segnato la sua vita
Stile compassato e anglosassone, Piero Angela ( 1928) è noto soprattutto per il giornalismo scientifico e divulgativo. Entra in Rai nel 1952 come collaboratore del Giornale Radio e con l’avvento della televisione passa al telegiornale, di cui è prima corrispondente dall’estero e poi conduttore dell’edizione nazionale. Nel 1981 inizia la serie Quark, trasmissione che ancora oggi – dopo 35 anni di vita – va in onda con successo ( « Il mio corpo è come una macchina: il motore avrà anche 80.000 chilometri, ma il guidatore ha solo 45 anni » ) . Studi di musica al Conservatorio di Torino e grande appassionato di jazz, non avesse fatto televisione, avrebbe suonato il pianoforte. Ha scritto 37 libri, ma a scuola non era proprio il primo della classe e non ha mai completato gli studi universitari… anche se ha nove lauree Honoris causa ( « La scuola mi annoiava e sono stato un pessimo studente. Tutti coloro che si occupano di insegnamento dovrebbero continuamente ricordare l’antico motto latino ludendo docere, cioè “insegnare divertendo” » ) . Le sue conferenze pubbliche sono come incontri delle rock star: file all’esterno e tentativo di sfondare le porte per ascoltare le sue lezioni. È inevitabilmente l’Aria sulla 4 ª corda di J.S. Bach il brano musicale che più di ogni altro ha accompagnato la mia vita. Lo sentii per caso nel 1967 a Bruxelles in un concerto degli Swingle Singers: comperai il disco e da allora divenne la sigla di tutti i miei programmi. Rappresentava una perfetta sintesi tra Bach (l’autore che più amavo nei miei studi pianistici) e il jazz. Gli altri brani fanno riemergere momenti per me significativi. Per esempio, Lili Marlene che durante la guerra la radio suonava spesso nel drammatico inverno ‘44-‘45. Oppure Serenata a Vallechiara, la musica della Liberazione, con il famoso film sull’orchestra di Glenn Miller. Oppure Fly Me to the Moon di Frank Sinistra, che ascoltavamo a Capo Kennedy durante i lanci delle missioni Apollo.