Sanremo
Per il festival 2018 si profila la soluzione di un prestito temporaneo del personaggio simbolo di Sky a RaiUno. Ma restano due incognite
appuntamento liturgico dell’anno, nella tv generalista, casca all’inizio di febbraio e viene preceduto da un traino che dura mesi. Come si è già intuito con il “quasi talent- show” che ha caratterizzato la serata finale per la scelta dei giovani in gara ( Sarà Sanremo, andato in onda su RaiUno il 12 dicembre), a Carlo Conti riesce l’impresa di ritagliare su se stesso uno spettacolo pur tradizionale, ma in modo che nel linguaggio e nella tessitura non appaia così fuori dal tempo, anche per la lodevole cura televisiva del regista Maurizio Pagnussat. La formula Conti per il Festival di Sanremo non solo pesca concorrenti e schemi da X Factor o da Amici, ma vive proprio della disarmante “forza oscura” del suo protagonista, che si potrebbe definire un misto fortunato di understatement e perfezionismo. Come si diceva una volta proprio dalle parti del teatro Ariston di Sanremo, comunque vada sarà un successo anche questo terzo festival di Conti. E poi? Sempre per giocare con le parole della tv stessa, E poi c’è Cattelan, come recita il titolo del singolare talk- show che ricomincia su SkyUno il 28 gennaio. Il domatore degli “X Facti” e degli “X Factorini” Alessandro Cattelan sembra che sia una sorta di chimera per il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto. Sarà anche che gli ricorda il felice periodo in comune a Mtv, sarà che il titolo del romanzo pubblicato dal presentatore è un invitante Quando vieni a prendermi?, di sicuro Cattelan è il nome di personaggio più citato nelle riunioni in Rai. Il primo test non è stato dei migliori, del resto si è trattato di un’ospitata allo sfortunato varietà veltroniano di RaiUno, Le dieci cose. La domanda di fondo resta se sia possibile il travaso, nella vecchia tv di Stato, di personaggi e di idee che sono maturati nella tv satellitare o nelle cosiddette “altre” televisioni. In attesa di capire quale sia la soluzione, nonché quanto possa resistere sotto assedio il nuovo vertice Rai nominato in era Renzi, Cattelan, alla domanda se gli piacerebbe fare Sanremo, comincia a rispondere con una raffica d’insoliti e sospetti “Ma”: « Ma non me l’ha mai chiesto nessuno… Ma non so… Ma non ho proprio idea… Ma non immagino nemmeno come funzionino le cose lì… » . Alla fine Cattelan, legato a Sky con un contratto che scade nel 2017, invece del rischiosissimo salto nel vuoto generalista ( vedi il caso del malcapitato Semprini), potrebbe tentare la carta del rinnovo dorato con una sorta di prestito temporaneo alla Rai per Sanremo. E qualcuno dice che questa sia già anche l’ipotesi Notoria, con la maiuscola che viene dal nome dell’agenzia milanese di Franchino Tuzio, sulla cui home page l’immagine di Cattelan svetta subito dopo il trio femminile Michelle Hunzinker, Ilary Blasi, Silvia Toffanin e prima di quella di Nicola Savino, che per Conti curerà di nuovo il dopo Festival con la Gialappa’s. Alessandro Cattelan, 36 anni, è uno dei presentatori di punta di Sky. vita del genio, che fu impedito a volare alto a causa dei suoi problemi esistenziali, è mappata sulla tela. Montanari entra nelle pieghe del quadro, ci mostra le luci e poi ci invita a immergerci nelle ombre: perché è lì, nel buio cosiddetto “caravaggesco”, che la Medusa spalanca l’oscena bocca, Paolo cade da cavallo fulminato dalla rivelazione, la Giuditta inarca la schiena per decapitare Oloferne, l’apostolo Matteo mostra i piedi sporchi di terra, la canestra di frutta si trasforma in una delle più belle nature morte del mondo, il ragazzino urla schifato dopo il morso del ramarro. L’analisi accurata delle tele porta a sviscerare l’inestinguibile sete di verità del pittore Merisi, il suo realismo ossessivo, il tremendo carattere che lo portò a compiere gesti estremi e inutili, fino a morire, sulla spiaggia di Porto Ercole, a 38 anni. La vera natura di Caravaggio è prodotto da Land Comunicazioni per Rai Cultura. La regia è di Luca Criscenti; fotografia: Francesco Lo Gullo; montaggio: Massimiliano Cecchini; musiche: Giorgio Giampà.
Melisa Garzonio