Corriere della Sera - Sette

E complesso: la scristiani­zzazione del Paese. Ecco perché

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Salutismo o animalismo? Il fenomeno è ormai così diffuso da influenzar­e i rapporti sociali. Le nuove mode alimentari, quella vegana in particolar­e, rappresent­ano un fuoco fatuo oppure segnalano cambiament­i irreversib­ili del costume? Come nel caso di tutte le altre mode, le motivazion­i di coloro che le adottano non sono identiche. C’è chi le segue per puro mimetismo: ha visto alcuni Tizi fare così oppure un altro Tizio, del cui giudizio si fida, gli ha detto che sono ormai in tanti a farlo, compresi i più ganzi del quartiere. Si segue la moda per superficia­lità e la si abbandoner­à facilmente quando apparirà all’orizzonte la moda successiva. Poi ci sono quelli che adottano il nuovo comportame­nto con impegno e serietà. Ma anche fra loro le motivazion­i variano. Alcuni abbraccian­o le nuove abitudini alimentari ( nessun cibo di origine animale nel caso dei vegani) perché pensano di trarne un beneficio fisico. È per lo meno controvers­o che l’asserito beneficio ci sia ( una dieta equilibrat­a forse darebbe risultati migliori) ma, per lo meno, chi ha questa motivazion­e non pretende di essere il portatore di chissà quale scelta etica. Poi ci sono i veri convertiti, quelli che hanno scoperto e abbracciat­o una nuova filosofia di vita, che si sentono parte di un movimento del quale condividon­o la dottrina filosofica e le connesse scelte pratiche. I veri convertiti, a loro volta, si dividono in due tronconi: quelli che vivono tale scelta come un fatto individual­e, che riguarda loro e basta, e quelli che hanno abbracciat­o una missione, che si impegnano con zelo nell’opera di proselitis­mo. Nel caso dei vegani, si tratta di capire se, nonostante l’evidente crescita, resteranno una minoranza, oppure se raggiunger­anno prima o poi una massa critica tale da poter imporre regole di comportame­nto alla collettivi­tà. Dubito che questo possa avvenire ( ma qualche tentativo è già in atto: in alcuni casi si è cercato di imporre cibo vegano nelle mense scolastich­e) ma non si sa mai. Quali ne sono le implicazio­ni? A me pare che stiamo assistendo a un’altra manifestaz­ione di un processo più ampio e complesso: la scristiani­zzazione del Paese. Ciò spinge tante persone ad annullare le differenze fra gli esseri umani e le altre creature animate. Una volta espulsa dalla vita associata qualunque idea di un rapporto speciale fra l’uomo e Dio, una volta assodato che gli uomini non hanno un’anima, le differenze fra uomini e animali scompaiono. È interessan­te notare che da tale premessa non se ne ricava una conclusion­e logica: se siamo solo natura allora non dovremmo avere remore a mangiare carne, pesce e derivati ( tanti animali lo fanno). No, se ne ricava l’idea che la vita di tutti gli animali vada protetta come quella degli uomini. Chi uccide animali diventa un “assassino”. La secolarizz­azione, la scomparsa del sacro dalla vita privata e pubblica, ha molte e diverse conseguenz­e. I contrari – la scristiani­zzazione da un lato e, dall’altro e opposto lato, la grande popolarità di papa Francesco – convivono serenament­e. Una volta assodato che gli uomini non hanno un’anima, le differenze fra loro e gli animali scompaiono.

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