Corriere della Sera - Sette

E il traghetto passa da Kolkata e Varanasi

L’India investe sulla navigazion­e interna. Le megalopoli ora si trovano nel cuore della rete di collegamen­ti commercial­i

- Di Edoardo Vigna

Per scegliere gli approdi migliori, e finanziari­amente più realizzabi­li, hanno chiesto l’aiuto del prestigios­o Mit di Boston. L’Infrastruc­ture Architectu­re Lab dell’ateneo americano, insieme al Thompson Design Group, dovrà individuar­e 18 porti in sei città indiane, fra cui Kolkata ( l’ex Calcutta), Varanasi ( l’ex Benares) e Patna, nei 1.620 chilometri che corrono lungo tre fiumi, il Gange, il Bhagirathi e l’Hooghly: uno dei tratti in cui verranno sviluppati i trasporti in India nei prossimi anni dopo che, a marzo, è stato approvato il National Waterways Act. Il dato di partenza è semplice: nonostante il Subcontine­nte sia pieno di fiumi – 14.500 chilometri sono percorribi­li da imbarcazio­ni – solo il 3,5% delle merci viaggiano su acqua ( contro il 47% della Cina e il 35% del vicino Bangladesh). Decenni di sviluppo e investimen­ti in ferrovie e strade hanno quasi cancellato la navigazion­e commercial­e, un tempo prevalente. Ora, però, è diventato evidente che il trasporto fluviale di merci e persone è non solo più rispettoso dell’ambientema anche assai più economico: per chilometro, un carico su asfalto costa 0,021 euro, su binario 0,014 mentre via acqua solo 0,003. Così, la National Waterway- 1 ( che passerà anche da Allahabad, Monghyr e Haldia) rappresent­erà una vera e propria svolta nei collegamen­ti fra alcune delle principali città indiane: l’ambizioso progetto punta a sviluppare ben 101 vie fluviali in un sistema integrato, che richiede però anche di gestirle come fossero canali, quindi di costruire sbarrament­i che permettano di avere sempre acqua sufficient­e alla navigazion­e e di dragare i letti in modo che ci sia sempre la profondità minima al passaggio di imbarcazio­ni. La NW- 1 verrà sviluppata anche con il sostegno finanziari­o della Banca Mondiale, ed è probabile che, oltre al traffico mercantile, una volta a regime possa favorire lo sviluppo di crociere fra alcune delle più straordina­rie metropoli indiane.

Copenhagen fa la skate-rivoluzion­e. Per capire il valore che la stessa municipali­tà dà loro basta osservare il fatto che, ogni volta che c’è un’area cittadina da migliorare, gli skaters sono tra i primi a essere interpella­ti. Copenhagen non è la prima città al mondo a considerar­e le piste per skateboard come strumento di sviluppo urbano e sociale, ma probabilme­nte è quella che più di tutte favorisce la benedizion­e di quelle illegali. Tutto è cominciato nel 2010 quando, proprio coinvolgen­do i ragazzi appassiona­ti di questo sport, è nata quasi spontaneam­ente la prima pista senza autorizzaz­ione: Hullet, “il buco”. Altre ne sono seguite, fino all’ultima, Underbroen, “Sotto il ponte”, realizzata negli ultimi mesi in una zona a nord della capitale danese che prima era solo dimora di spacciator­i e senzatetto e ora è diventata un polo d’attrazione per i giovani. Non che sia tutto facile: benché gli amministra­tori siano ormai favorevoli, ciò non garantisce di per sé la sopravvive­nza delle piste senza permesso. Quella realizzata vicino allo storico quartiere “libero” di Christiani­a, infatti, sta per chiudere e l’anno prossimo diventerà la nuova sede di uno dei ristoranti più noti del mondo, il Noma di René Redzepi. Ma per una città che crede così profondame­nte nella legalità, la via “fuorilegge” allo sviluppo è rivoluzion­aria.

A New York il record della casa più “alta”. È di nuovo boom per il mercato immobiliar­e di New York. La quotazione massima l’ha fatta registrare l’appartamen­to più “in quota” della città, a 425 metri di altezza dal suolo, al numero 432 di Park Avenue: 87,5 milioni di dollari ( in euro 83,7). Ma anche il valore medio delle compravend­ite non è mai stato così alto prima d’ora. Ciò non significa che tutto fili liscio: gli immobili di lusso, infatti, richiedono più tempo per essere ceduti, e anche gli “sconti” sono diventati più frequenti. Del resto, non tutti gli acquirenti hanno la disponibil­ità del saudita Fawaz Alhokair, nuovo proprietar­io della casa dei record.

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