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Per chiudere dicembre, la Rai ha scelto alcune programmazioni sperimentali. Niente di clamorosamente innovativo, ma...
Robin Williams, protagonista de (1989), regia di Peter Weir.
rispetto al pranzo natalizio, che era pieno zeppo di surgelati e scongelati fino a notte fonda: si pensi a RaiUno che muoveva dalla Domenica in di Pippo Baudo alla replica di un Natale con Panariello e al documentario veltroniano Gli occhi cambiano. RaiTre ha finalmente risposto all’esigenza d’informazione, prima di tutto con un’opportuna “maratona” Islam, Italia, ovvero con la messa in onda integrale del nuovo reportage di Gad Lerner, e poi ha fatto seguire un’antologia d’inchieste particolari, girate da giovani videomaker selezionati da Milena Gabanelli. A proposito di maratone, pochi privilegiati hanno avuto la dedizione d’incollarsi tutto il giorno davanti a Rai 5 per la riproposta dei migliori lavori del nuovo regista italiano più richiesto nei teatri del mondo, Damiano Michieletto, ma almeno l’ultimo allestimento della brechtiana Opera da tre soldi ha riscosso un successo inaspettato per il canale culturale. RaiUno, per andare sul sicuro, ha scelto di affidare lo spettacolo di Capodanno a un nome consolidato della scena come Marco Paolini. Seguiva, per concludere l’unodue degno dei primi Novanta, l’inevitabile lezione spettacolo di Alessandro Baricco. Assolutamente pregevole, poi, la giornata che RaiDue ha dedicato al lancio del nuovo factual Il collegio, con una serie di grandi film sulla scuola intervallati da spezzoni ad hoc di RaiStoria, così che poteva capitare di rivedere Tv7 su don Milani dopo aver visto Robin Williams declamare: « Oh capitano, mio capitano » . Spettacolare l’esibizione di muscoli dei programmatori di Rai4 che, con cura maniacale, hanno accostato le puntate più somiglianti delle grandi serie del rinascimento americano, che si richiamano l’un l’altra come tante opere della stessa corrente letteraria, a partire dall’accoppiata Ray Donovan e i Soprano. Qualche rete poteva anche sperimentare con più coraggio, è vero, ma pare già tanto così per la Rai. A meno che adesso i soliti disfattisti non dicano che è stato tutto un miraggio…