Sergio Romano
Ha imparato a usare gli errori delle nostre democrazie
Dopo il suo primo incontro con Vladimir Putin, George W. Bush, presidente degli Stati Uniti dal 2000 al 2008, ha detto di averlo guardato negli occhi e di avere visto la sua anima. Dopo quattro anni al Dipartimento di Stato, dal 2009 all’inizio del 2013, Hillary Clinton ha detto che un ex agente del Kgb non può avere un’anima. Fra le due affermazioni corrono circa 15 anni durante i quali sono accadute molte cose: l’attacco alle Torri Gemelle nel 2001; la guerra degli Stati Uniti contro l’Afghanistan nell’ottobre dello stesso anno; quella contro l’Iraq nella primavera del 2003; la lunga riconquista russa della Cecenia nel primo decennio del nuovo secolo; l’intervento russo in Georgia nel 2008, dopo il tentativo georgiano di cacciare le forze russe dall’Ossezia meridionale; il continuo allargamento della Nato ( una organizzazione nata contro l’Unione Sovietica) sino a comprendere tutti gli ex satelliti dell’Urss e persino le repubbliche del Baltico; le rivolte arabe; l’operazione anglo- francese in Libia ( con il sostegno iniziale degli Stati Uniti); la crisi ucraina e l’annessione russa della Crimea; l’intervento della Russia in Siria. Nel corso di questi anni, Russia, Europa, Turchia e Stati Uniti hanno subìto una lun- ga sequenza di attacchi terroristici, quasi tutti provocati da forme molto simili di islamismo fanatico. Sarebbe stato naturale che la Russia di Putin e l’Occidente, minacciati da uno stesso nemico, si accordassero per combattere insieme. Ma l’immagine di Putin in Europa e negli Stati Uniti, nel corso di questi anni, è progressivamente peggiorata. Nel 2001 fu tra i primi uomini di Stato che reagirono all’attentato delle Torri Gemelle con parole di solidarietà e cordoglio per la nazione americana. Nel 2003, quando gli Stati Uniti invasero l’Iraq, rimase sostanzialmente neutrale. Ma nel giugno del 2002 Bush aveva già annunciato che gli Sta-