Cristina Piotti
Sopperiva alle carenze della stato sociale
Tutti a ripeterlo, che dalle crisi nascono sempre nuove opportunità. Ma per la generazione delle partite Iva, una fetta importante di lavoratori italiani tra i 20 e i 40 anni, la strada del mercato del lavoro è lastricata di precariato, tasse, mancanza di ammortizzatori sociali. Sono oltre 5 milioni di lavoratori indipendenti censiti dall’Istat in Italia, molti dei quali non hanno prospettive rosee. L’Adepp, l’associazione delle Casse di previdenza professionali, ha calcolato che tra il 2005 il 2015 il reddito dei professionisti è diminuito del 18 per cento. E se la soluzione ai loro problemi arrivasse direttamente dal lontano Ottocento? Se per ribattere alle accuse ( troppo choosy) e ovviare alle mancanze ( un posto fisso), la generazione Erasmus scegliesse di far tornare in auge quelle realtà mutualistiche che già cent’anni fa sopperivano alle carenze dello stato sociale? Il senso di SMart, moderna società di mutuo soccorso per ( soprattutto giovani e giovanissimi) lavoratori autonomi, è esattamente questo. La paternità, però, è tutta belga: SMart nasce infatti nel 1998 dal progetto di due amici, un ingegnere nucleare e un avvocato, Pierre Burnotte e Julek Jurowicz. E dalle vivaci notti musicali di Bruxelles. Tra una jam session e un concerto live, Burnotte e Jurowicz scoprirono infatti che la maggior parte dei loro conoscenti, musicisti o artisti, aveva difficoltà a farsi pagare con puntualità, districarsi tra i grovigli fiscali, arrivare a capo di questioni contributive. Capirono che la soluzione era una sola: riunirsi, per proteggersi meglio a livello fiscale. E fondarono SMart, cooperativa mutualistica inizialmente nata solo per gli artisti. Di sharing economy, sul finire degli Anni 90, nessuno ancora parlava, ma questa intuizione iniziò a prendere piede. Allargan- dosi ad altre professioni e al resto d’Europa. « Quando ho iniziato a lavorare per SMart, nel 2011, contavamo già 45 mila soci in Belgio: oggi sono oltre 70 mila » , racconta Chiara Faini, responsabile dello sviluppo per SMart Italia. L’esperienza belga, dopo diverse fasi, si è allargata dalla Germania alla Francia, alla Svezia all’Olanda fino all’Italia, più di recente. Aprendosi a tutte quelle nuove professioni dal mal comune: mancanza di tutele, certezze e di contratti. Fotografi, artisti, grafici, programmatori, formatori, traduttori, copy: « Tutte professioni che si trovano in una posizione di fragilità rispetto al committentema che, associandosi, trovano una struttura che si occupa di offrire loro garanzie dal punto di vista fiscale, legale, contributivo. Collettivamente e mutualisticamente. Questo significa che si tratta di un sistema senza lucro, auto- organizzato ma anche auto- tassato » . In Belgio ogni socio versa il 6,5% dei propri guadagni a SMart. « Noi ci occupiamo per loro della fatturazione e contrattualizzazione, ma tuteliamo anche contro ritardi e mancati pagamenti: ogni 10 del mese successivo noi paghiamo il socio per il suo lavoro. Il credito lo recuperiamo noi » .
Lo spettro del nero. Insegnante di yoga, programmatore web, traduttore dei libretti di istruzioni: lavoratori autonomi, unitevi? « Diciamo che il sistema normativo italiano pensa ancora in termini di impiegato delle poste o imprenditore brianzolo: difficile andare oltre questa dicotomia. Queste professioni, peraltro sempre più richieste al giorno d’oggi, hanno spesso problemi che ancora non sono stati affrontati: l’imposizione di una partita Iva, la difficoltà nell’essere pagati, lo spettro del nero, l’assenza di contributi. Non saranno mai lavoratori a