Una sacerdotessa della bellezza che ha vinto i luoghi comuni
«Ha portato gioia nel
« A sei anni sono stato in coma. Nel paese dove sono nato, Enego sull’Altopiano dei Sette Comuni, fui colpito dalla meningite e la neve alta ostacolò il mio ricovero nell’ospedale di Feltre. Mi trasportarono con uno spazzaneve. Me la cavai ma è stato l’inizio di una vita travagliata, segnata da dolori artritici ( anche odierni) avuti in eredità genetica » .
Quando ti sei imbattuto in Frida per la prima volta?
« Per un banale errore. Avevo comprato dei libri e, tornato a casa, stavo sfogliandoli quando ho trovato, inatteso, questo volume che parlava di lei e di suo marito Diego Rivera. Ho cominciato a leggerlo, non me ne sono più staccato. Mi ha dato lo spunto anche per una visita a Casa Azul, il museo che porta il suo nome, a Città del Messico. Una casa in un quartiere che è metà Brera e metà Trastevere, con i muri che grondano delle sue cose, colori e parole, comprese le ultime del suo diario: “Spero che la fine sia gioiosa”. C’è un mondo, tra quelle mura, che ti lascia rapito, tanto che all’uscita mi sono seduto su una panchina e ho vissuto un momento mistico. Avevo incontrato una figura gigantesca, una sacerdotessa della Bellezza capace di vincere i luoghi comuni ( vedi le sopracciglia che una donna non dovrebbe mai avere unite, con il rischio di sembrare una scimmia) e di portare gioia nel suo mondo atipico che solo gli stupidi potevano definire disordinato. Come avrà capito, io In alto, il truccatore e scrittore Diego Dalla Palma. Qui sopra, Frida Kahlo (1907 - 1954), pittrice messicana. Ebbe numerosi amanti, di ambo i sessi, tra cui Lev Trockij, André Breton, la fotografa italiana Tina Modotti.
Diego Dalla Palma sceglie Frida Kahlo
amo l’imperfezione » .
La tua amica Mariangela Melato diceva che una vita imperfetta è sempre più interessante di una perfetta.
« Io, nel lavoro apparentemente superficiale che ho scelto, ho sempre portato avanti questo concetto dell’imperfezione, che ritengo essere l’anticamera del fascino di una persona e anche della bellezza. Un mobile sgangherato nella casa di un contadino ha una poesia che puoi non trovare in un mobile firmato dal famoso designer » .