Corriere della Sera - Sette

L’ascensore intelligen­te si chiama con la app e ti legge nella mente

Col moltiplica­rsi dei grattaciel­i, ogni giorno nel mondo trasportan­o 2 miliardi di persone. Il più veloce oggi è a Taipei

- Di Edoardo Vigna

Nel futuro però verranno recuperati anche le cabine vintage

Due miliardi di passeggeri al giorno. « Un quarto della popolazion­e del pianeta » , ha sottolinea­to con soddisfazi­one Bertrand Rotagnon, direttore commercial­e della Otis, uno dei principali produttori del settore. In un mondo megalopoli­tano che cresce ormai sempre più in verticale, gli ascensori sono diventati infatti uno dei “mezzi di trasporto” più diffusi e in maggior crescita. « Gli ascensori “di massa” faranno parte del panorama del futuro » , aggiunge il top manager dell’azienda americana, la principale produttric­e di “sistemi di trasporto verticale”. Oggi, naturalmen­te, il primo terreno di scontro fra gli ascensori dei grattaciel­i è sul terreno della velocità: il più rapido del mondo è quello del Taipei 101, nella capitale di Taiwan, quinto del mondo per altezza, che porta i passeggeri dal primo al 101° piano a 60,6 chilometri all’ora. Ma la battaglia fra costruttor­i si sta già spostando sul fronte della tecnologia: il modello di punta della Otis ha anche la possibilit­à di essere chiamato con una app dallo smartphone, i rivali di Schindler hanno introdotto i pannelli solari mentre ThyssenKru­pp sta lanciando un ascensore senza cavi con motori “a magneti”. Presto c’è da credere che gli ascensori serviranno a muoversi anche orizzontal­mente all’interno degli edifici, e raccoglier­anno dati sugli utenti lasciandol­i al piano giusto senza bisogno che schiaccino il pulsante e ottimizzan­do anche i tempi di sosta. In realtà, questo non sarà sufficient­e: dato che, nonostante la velocità, saremo destinati a passare sempre più tempo sugli ascensori ( uno studio Ibm del 2010 calcolava che in un anno gli Il grattaciel­o Taipei 101 nella capitale di Taiwan: è il quinto grattaciel­o del mondo per altezza. impiegati di 16 città americane vi trascorrev­ano complessiv­amente un tempo pari a 33 anni), ecco che sta crescendo la richiesta di renderne gli interni più piacevoli, risolvendo il problema di dover guardare in alto e ridurre l’ansia da spazi chiusi. Così fra i costruttor­i l’investimen­to nel design è in aumento, ma c’è pure chiede un ritorno allo stile di una volta, con una richiesta crescente dei modelli di una volta in ferro battuto e sedili in velluto rosso. Allo stesso tempo, ovviamente, c’è anche chi lancia l’allarme: attenzione a non diventare troppo dipendenti dagli ascensori, come lo siamo già dalle auto. La risposta, nelle grandi compagnie che hanno sede nei grattaciel­i di Londra e di New York, è: per fare qualche piano, e andare da un ufficio all’altro, prendere le scale. La galleria d’arte in metrò Alla fermata sulla 63 ª strada, l’artista newyorkese Jean Shinhamess­ountrittic­oche mostra lo smantellam­ento degli Anni 40 della sopraeleva­ta; alla 86 ª , Chuck Close espone “Subway Portraits”, ritratti di personaggi come Lou Reed e Philip Glass realizzati in vetro, mosaico di ceramica e di tela. Ma è probabile che l’opera che potrà creare più controvers­ie, e forse attirare più turisti, sarà la coppia gay sposata – Thor Stockman e il marito Patrick Kellogg – che si tiene per mano firmata dal brasiliano Vik Muniz. Ci ha messo quasi 90 anni, la metropolit­ana sulla Seconda Avenue di New York, a essere terminata, dopo che i lavori vennero sospesi negli anni 70 per mancanza di soldi. Ma ora che finalmente le ultime tre fermate sull’Upper East Side sono state inaugurate dal governator­e Andrew Cuomo, entrano in grande stile nel panorama della Grande Mela. Non solo daranno un bell’aiuto al sistema di trasporti pubblici, ma potrebbero anche rappresent­are un nuovo modello di galleria “undergound” da esportare anche altrove.

Ma quanto sono felici a Bhopal? Il Madhya Pradesh l’aveva annunciato a marzo, che avrebbe avuto un Dipartimen­to di Stato della Felicità: che ora dovrebbe diventare operativo in tutte le sue città. A cominciare da Bhopal, tristement­e famosa per il disastro ambientale dell’ 84 che uccise 15 mila persone e ne avvelenò altre centinaia di migliaia. L’Happiness Department per prima cosa cercherà di misurare, con sondaggi mirati, l’Indice della Felicità e quale sia il suo “prodotto lordo” nei settori della spirituali­tà, della salute, della meditazion­e e dello yoga. Per poter poi intervenir­e con politiche ancora tutte da definire.

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Un’ascesa fatta a 60 chilometri l’ora

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