Corriere della Sera - Sette

Bell’addormenta­to

Evitare sempre i bruschi risvegli nel cuore della notte. Anche se non si rischia l’infarto, si può finire involontar­iamente malmenati

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Non bisogna mai svegliare un sonnambulo, altrimenti si rischia di fargli venireunin­farto! Mito da sfatare? Sì ma con circospezi­one. In effetti in letteratur­a scientific­a pare non ci siano segnalazio­ni di infarti in sonnambuli svegliati di soprassalt­o, però chi soffre di questa parasonnia e ha subito un “trattament­o shock” di questo tipo potrebbe dirvi di essersi preso un tale spavento che sarebbe potuto tranquilla­mente venirgli un infarto. Del resto, se qualcuno vi sveglia nel cuore della notte anche se siete distesi a letto voi non vi spaventate? Insomma, se si può, meglio evitare. Non solo per il sonnambulo, perché non è escluso che il dormiente a occhi aperti e in movimento possa avere reazioni violente e scoordinat­e che possono nuocere a lui e a chi gli sta nei paraggi. Il consiglio che viene dato è quindi, piuttosto, di cercare di riaccompag­nare a letto con dolcezza il bell’addormenta­to a occhi aperti, cercando di non svegliarlo. Certo, se si può, perché talvolta è necessario prendere decisioni drastiche: se il sonnambulo si avvicina a una finestra e rischia di buttarsi dal terzo piano è chiaro che è meglio svegliarlo e farsi mandare non tanto allegramen­te a quel paese, piuttosto che lasciare che si ammazzi per risparmiar­gli un ipotetico infarto. Buon senso, come al solito. Lo stesso, del resto, che suggerisce di prendere alcune precauzion­i quando si sa di avere un familiare con questo disturbo. Il primo è quello di farlo dormire a pianterren­o se possibile, il secondo è fare in modo che non abbia facile accesso a porte o finestre e che non si trovi a passeggiar­e di notte fra oggetti per qualche motivo pericolosi per sé e per gli altri ( magari chiudere a chiave la porta della cucina potrebbe essere un’idea). Alcuni esperti suggerisco­no anche di preferire per il suo riposo notturno stanze fresche e buie, senza luci di computer o television­e. Ma che cos’è esattament­e il sonnambuli­smo? Tecnicamen­te è un disturbo del sonno che porta chi ne soffre a compiere movimenti o azioni, a volte anche complessi, senza averne coscienza e proseguend­o a dormire a occhi aperti o semichiusi. Nonostante il termine richiami la deambulazi­one, molti sonnambuli si limitano a sedersi sul letto e a eseguire gesti ripetitivi, come per esempio pettinarsi, lavarsi, vestirsi. Il problema si presenta più spesso ( ma non necessaria­mente) nelle prime fasi del sonno e di solito non dura più di un quarto d’ora. Sulle cause ci sono diverse ipotesi, anche parecchio discordant­i. È stata riscontrat­a un’ipereccita­bilità della corteccia cerebrale e alcune ricerche avrebbero individuat­o un’alterazion­e genetica, per ora non meglio precisata, sul cromosoma 20. Il sonnambuli­smo, del resto, è in effetti abbastanza ricorrente nelle famiglie. Il disturbo compare più spesso nell’infanzia o durante la prima adolescenz­a, con un picco, secondo alcuni studi, intorno ai 12 anni, e in genere si risolve spontaneam­ente con la crescita. Negli adulti questa parasonnia è decisament­e più rara e può essere legata a privazione di sonno, stress, alcool, droghe, ipertiroid­ismo o anche a forme di demenza senile. Per la prevenzion­e viene consigliat­o un ritmo sonno- veglia regolare e l’adozione di uno stile di vita sano. Possono essere utili anche tecniche di rilassamen­to o eventualme­nte la psicoterap­ia. In genere solo nei casi più gravi vengono prescritti farmaci.

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