I TRADIZIONALI MONDEGHILI, L’“EMOTIONAL EATING” MILANESE
Principe dei cuochi o Anche la “cucina milanese” tradizionale di milanese ha ben poco, a partire dai tipici spagnoleggianti “mondeghili” di antipasto, particolari polpette (di lesso e carni varie, con un tocco di mortadella di fegato cotta nella ricetta originale). Come un po’ tutti i principali piatti delle cucine regionali d’Italia, nel mondo oggi sono considerati “comfort food”. Kari Room, sulla rivista americana The Atlantic, qualche anno fa si è divertita a stendere un piccolo trattato in materia e ha elencato persino le ricerche scientifiche e psicologiche sull’importanza sociale di questo “emotional eating” (mangiare emozionale), per spiegare, come suggerisce il gioco di parole del titolo, Why Comfort Food Comforts, ovvero perché questi cibi sono consolatori. La definizione stessa di “comfort food” è recente, compare nel dizionario Oxford English a partire dal 1997, e pure con l’errore di attribuirne l’origine a un’inchiesta del ‘77 che il Washington Post dedicò al successo della cucina nel Sud. In realtà, già nel 1966, su un altro giornale americano, il Palm Beach Post del sud della Florida, era cominciato l’uso di questa definizione a proposito dei cibi dell’infanzia, l’uovo in camicia o il brodo di pollo, a cui ricorrono gli adulti sotto stress emotivo.