Corriere della Sera - Sette

Quasi ottant’anni, tre donne e (ancora) tanta voglia di amore

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Carissima Roberta mi chiamo Mario Rossi [ tutti i nomi di questa lettera firmata e arrivata via posta tradiziona­le sono autentici, ma qui usiamo nomi di fantasia per impedire che i protagonis­ti e le protagonis­te di questa storia si possano riconoscer­e, ndr], sono del 1938 e ho avuto tre donne, per un totale di tre storie. Carla, la moglie, l’unica che ho sposato, una donna senza cervello, solo diritti, niente doveri, XX anni di matrimonio e nozze d’oro, già lontane. Poi Marta, la donna del potere, ricca, quella che mi presentava come suo «marito a noleggio». Marta era troppo intelligen­te, troppo cattiva, ero suo schiavo di desideri, di giorno e di notte. Mi ripeteva spesso: «Quello che ho nessuno me lo può togliere signor Rossi, fino alla mia morte voglio sapere dove ti trovi». Infine Nunzia, la donna dell’amore, la donna che frequento da 33 anni, che vedo quando entrambi siamo liberi dagli impegni. Prima facevamo sei/sette mesi di vacanza, adesso tre o quattro. Spero nella salute per arrivare alle nozze d’oro. Bella è la vita, bella è anche la morte.

—Mario Rossi – lettera firmata, Lombardia

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