Corriere della Sera - Sette

Hanno scelto di ricordare. Con serenità e coraggio

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Ricordate i fratelli Mattei? Virgilio e Stefano, bruciati nel rogo di Primavalle acceso da estremisti di Potere operaio, a lungo proclamati innocenti dall’intelligen­tsia di sinistra. Era il 16 aprile 1973. Ricordate Domenico Ricci? Appuntato dei carabinier­i, per vent’anni uno degli uomini della scorta di Aldo Moro, accanto a Oreste Leonardi, l’altro veterano, e a Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi. Assassinat­i in via Fani da uomini delle Br romane, alcuni cresciuti in Potere operaio. Era il 16 marzo 1978. Alla strage è legata una delle pagine più nere del giornalism­o italiano: la velina sulle “vedove di via Fani pronte a darsi fuoco se lo Stato avesse trattato per liberare Moro”. Le vedove di via Fani erano solo due: la signora Ricci e la signora Leonardi. Nessuna aveva mai detto una cosa del genere. Ma il messaggio passò. Questo per dire l’importanza della verità e della memoria. Giampaolo Mattei, l’unico fratello superstite ( con due sorelle), poteva diventare una persona rancorosa, ostaggio del livore. È una persona meraviglio­sa, serena, cordiale. Ha avuto il coraggio di ricordare e far ricordare. E anche di ribellarsi ai “nostalgici” che lo accusavano di tradimento per aver onorato la memoria dei suoi fratelli in un’iniziativa voluta da un sindaco di sinistra, Veltroni. Lo stesso vale per Giovanni Ricci. Suo figlio studia Scienze politiche a Roma3, e giustament­e lamenta che i libri di storia del terrorismo non parlano. Suo nonno non c’è. Invece dovrebbe esserci. Sino a poco tempo fa, in libreria si trovavano solo i ponderosi saggi scritti dagli assassini. Poi il libro di Mario Calabresi Spingendo la notte più in là ha aperto la stagione in cui finalmente anche le vittime hanno potuto prendere la parola. Ora Mattei e Ricci hanno creato il canale YouTube Memoriando. Tv. Un luogo dove i familiari delle vittime, gli storici, i politici, i ricercator­i e gli studenti potessero sedimentar­e e trasmetter­e la memoria. « Conoscere il passato per scrivere il futuro » è il proposito degli autori: « Un canale web che vuole, attraverso le testimonia­nze di quegli anni, colmare quel vuoto assurdo che le nuove generazion­i stanno vivendo perché deprivate della memoria del passato rimanendo appiattite su un presente destoriciz­zato. Abbiamo deciso di far parlare chi c’era, di farci raccontare cosa sono stati gli anni Settanta, troppo spesso definiti solo di piombo, per far sì che questo patrimonio di memorie non vada perduto. Il silenzio sul terrorismo e la violenza, le verità parziali, le divisioni e le lacerazion­i, le reticenze al limite dell’omertà, anche sulla strage di via Fani, hanno fatto scomparire tutto il buono di quegli anni: la partecipaz­ione, le riforme, il dialogo, la politica » . Il canale è caratteriz­zato da alcune playlist create appositame­nte: da “BookTube’ 70 intervista il caso Moro” a “BookTube’ 70 intervista gli anni di piombo”, alla playlist “Anni 70 non solo di piombo” sino alla playlist “Memoria”. Giampaolo Mattei (a destra), fratello di Virgilio e Stefano, bruciati nel rogo di Primavalle, e Giovanni Ricci, figlio di Domenico, uno dei carabinier­i uccisi durante il rapimento Moro.

Se il principale problema dell’Italia di oggi è la selezione della classe dirigente, neppure la Chiesa ne è immune. Tra le rare figure che riescono a farsi leggere, proprio perché sanno scrivere, c’è il vescovo di Reggio Emilia, Massimo Camisasca. A proposito di memoria, segnalo il suo ultimo libro: I luoghi dell’inizio. Leggiuno e Milano. È il racconto della sua infanzia e della storia della sua famiglia: il nonno materno combattent­e in Libia, il padre prigionier­o nei lager nazisti. E il dopoguerra in riva al lago, insieme con un ragazzino destinato a lasciare traccia di sé: Gigi Riva.

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