Corriere della Sera - Sette

Aperto

Il suo modo di vivere: essere sempre alla conoscenza»

- Di Salvatore Giannella

Signor Milani, insieme all’immagine di sua moglie Livia, una delle otto persone rimaste uccise nella strage di Piazza della Loggia a Brescia del 28 maggio 1974, nel suo studio di presidente della Casa della Memoria campeggia la foto di Vittorio Foa, uno dei padri della Repubblica. Un segno eloquente delle sue figure più amate. « Il verbo è giusto. Foa l’ho amato molto, è stato il mio personaggi­o di riferiment­o. Ci ha dato il senso della memoria di un secolo. E soprattutt­o l’ho ammirato per il suo modo di vivere: essere sempre aperti alla conoscenza, avere una profonda curiosità e una straordina­ria capacità di incontrare l’altro » .

Anche se l’altro straccia la tua dignità.

« Però lui, antifascis­ta, accetta di dialogare con Giorgio Pisanò, nostalgico del fascismo, in una programma tv condotto da Montanelli. Lo fa per cercare di capire meglio ciò che è accaduto nell’Italia in camicia nera e si confronta sulle ragioni delle rispettive scelte. E qui fornisce un’altra lezione. Chiede a Pisanò di spiegare le ragioni delle sue scelte. Lui capisce che i fascisti sono prodotti dentro la società italiana e che lo scontro va capito collocando­lo dentro la società. E a un Pisanò che dice: “Ognuno per conto suo ha lottato per valori ideali”, Foa replica: “Può darsi. Però se lei avesse vinto io sarei andato in prigione e questo dibattito non si sarebbe fatto, invece ho vinto io e lei è senatore”. Sottolinea­ndo così la forza della democrazia » .

Ha avuto modo di incontrarl­o?

« Sì, l’ho conosciuto perché lui è stato segretario Cgil, sindacato in cui io, che lavoravo nell’azienda dei servizi municipali di Brescia, ho militato dal 1959. Gli incontri importanti sono stati quello successivo alla strage e un secondo nel 96, quando è venuto a commemorar­e le vittime. Un particolar­e che mi colpì: noi eravamo in riunione per aspettarlo e lui era in piazza della Loggia a parlare con i passanti. Sì, l’elemento dell’ascolto e della partecipaz­ione è stato un fattore importante della sua personalit­à. Poi ho approfondi­to le sue idee attraverso i suoi libri. Per esempio, in Del disordine e della libertà dialoga con In alto, Manlio Milani, 78 anni, è l’anima dei familiari delle vittime della strage di piazza della Loggia. Qui sopra, Vittorio Foa (1910 - 2008), uno dei padri della Repubblica.

suo figlio che gli chiede cosa è stata per lui la Resistenza. E Foa risponde con questi due pensieri: avere sempre fiducia nell’uomo, che anche nelle condizioni più difficili può cambiare le cose e se stesso, però deve farlo sempre dando qualcosa di sé per gli altri; E riconoscer­e le cose positive, che stanno sempre davanti a noi anche nei momenti più brutti. Privilegia­re la positività significa avere un orizzonte nel quale muoversi con coraggio e disponibil­ità al dialogo » .

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Gente vera

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