Purché il gatto prenda il topo
Una nuova era è cominciata e speriamo sia migliore. Le premesse non sono incoraggianti, sostengono molti osservatori, e allora auguriamoci si sbaglino un’altra volta. Dicevano: crollerà il mondo se passa la Brexit, si schianterà se vince Trump, verrà il diluvio se non passa il referendum... Siamo sempre qui, preoccupati e ansiosi né più né meno di prima. Sulla montagna incantata di Davos, dove la settimana scorsa si avvicendavano molti uomini a cui si indirizzano gli strali dell’arrabbiata classe media occidentale, il premier cinese, erede di Mao Zedong, ha intonato un inno al liberismo, contrapponendosi a un altro erede, quello di George Washington, che nel frattempo stava giurando sulla Bibbia di far tornare l’America « più bella e più superba che pria » . Con la coloritura che sapeva dare alle parole Deng Xiaoping quando diceva « non è importante che il gatto sia bianco o nero purché prenda il topo » , Xi Jinping ha vaticinato: « L’economia globale è il grande oceano da cui non si può scappare » . Donald Trump, Theresa May e una schiera di altri politici europei promettono invece di fermarla, quella marea. Globalizzazione, però, non è solo magliette a basso costo provenienti dalla Cina, sono ondate migratorie, transumanze finanziarie, multinazionali che eludono le tasse con l’aiuto di governi compiacenti e una serie di altre innovazioni con il principale effetto di accumulare ricchezza dove già c’è e di togliere potere d’acquisto a tutti gli altri. Basterebbe questo a spiegare perché la gente si aggrappa a chi alza la voce e promette miracoli. Ma c’è altro. Secondo uno studio di McKinsey, nei prossimi decenni le innovazioni tecnologiche faranno perdere 1,1 miliardi di posti di lavoro e stipendi per 15.800 miliardi annui. Qualcuno ostenta ottimismo: spariranno i lavori ripetitivi, avremo impieghi creativi e più leggeri. Sembra la battuta: se non c’è il pane, mangino brioches. Dicono anche: migliorerà la produttività... E i prodotti con quali soldi verranno acquistati dai senza lavoro? Non con il reddito di cittadinanza. Bisogna essere lucidi: Xi Jinping ha ragione, tornare indietro è impossibile, anche se lui lo sostiene per i suoi interessi nazionali; e abbiamo ragione noi occidentali a chiedere che l’oceano non ci travolga. La globalizzazione forse non si può fermare, ma le regole si possono e si devono imporre. Così come l’innovazione tecnologica deve andare di pari passo con le politiche sociali che consentano a tutti di rientrare in gioco. I primi a capirlo dovrebbero essere proprio coloro che fino a oggi hanno tratto beneficio dal cambiamento, perché hanno molto da perdere. Se il nuovo riuscirà nell’impresa in cui ha fallito il vecchio, benvenga, concluderebbe saggiamente il vecchio Deng.
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