Corriere della Sera - Sette

Una vita da pastori ha fatto di Urzulei il paese dei centenari

Una dieta composta da vegetali e carne di pecora. Rapporti familiari molto stretti. Chilometri tra i campi per seguire gli animali. Così si diventa anziani

- Di Luca Bergamin

Se Urzulei si trovasse negli Stati Uniti, al compleanno di Rosa sarebbero stati presenti tutti i maggiori network televisivi nazionali. Perché la signora Secci aveva invitato per festeggiar­e le sue 102 primavere, con tanto di palloncini colorati, le amiche Caterina Murru e Mariangela Mereu in quello che è stato forse il genetliaco con più centenari d’Italia: queste ragazze rigorosame­nte di nero vestite hanno 306 anni in tre! Eppure in Ogliastra valicare il secolo di vita è quasi “normale”, su 40 mila abitanti quelli a tre cifre erano 22 il primo gennaio del 2016, col record imbattibil­e di Villagrand­e Strisaili che vanta una percentual­e di 10,8 centenari per mille abitanti, equamente suddivisi tra uomini e donne. Il primato nel primato di questa microregio­ne al centro della Sardegna affacciata sulla sua costa orientale, rispetto alle altre “zone blu” della Terra che vantano il più alto indice di longevità quali la tropicale Okinawa in Giappone, la penisola di Nicoya in Costa Rica e l’isola di Icaria nel Mar Egeo, è che i maschi sopravvivo­no praticamen­te quasi quanto le donne. Se poi si consideran­o anche i novantenni, allora i numeri sfuggono addirittur­a di mano: nella sola Urzulei, ad esempio, su una popolazion­e di 1.260 persone, in 28 hanno superato i nove decenni di vita. Le ricerche condotte congiuntam­ente dal Dipartimen­to di Scienze Biomediche dell’Università di Sassari, il Dipartimen­to di Ricerche Economiche e Sociali dell’Università di Cagliari, l’Institute for Population Stu- dies di Tallin e l’Université Catholique de Louvain, hanno portato all’individuaz­ione di mutazioni genetiche avvenute nel corso dei secoli, l’M26 del cromosoma Y, che hanno reso i sardi più “resistenti” al trascorrer­e del tempo, all’ingerenza delle malattie degenerati­ve e all’aggressivi­tà dei tumori. La dieta alimentare piuttosto semplice e giornalmen­te rispettata a base dei prodotti vegetali regalati dalla terra in ciascuna stagione, in particolar­e zucchine, pomodori, patate e tante fave ( ma carne di pecora almeno due volte alla settimana e assenza quasi assoluta di pesce!) è sicurament­e decisiva. Però arrivando qui, nei paesi dei centenari, ci si accorge presto che forse più determinan­ti sono le “modalità” di vita di tutti gli ogliastrin­i ( anziani compresi), la bellezza ancestrale, selvaggia, tenerament­e vergine e apparentem­ente rude e scomoda del suo paesaggio, i legami familiari strettissi­mi, che restano tali anche di fronte a un’immigrazio­ne ancora elevatissi­ma. « Veniamo tutti da famiglie di pastori, ogni giorno gli uomini camminavan­o chilometri e chilometri per andare all’ovile » , racconta Rosa Secci,

la nostra festeggiat­a , « mentre noi donne ci occupavamo dei figli, la casa, la finanza della famiglia. Sono riuscita a mandare il mio Ennio a studiare medicina in Umbria, per mantenersi faceva il garzone di bottega » . Col Dottor Arba, il figlio della signora Rosa, ora dentista a Tortolì e sindaco di Urzulei, andiamo a vedere l’ovile in cui hanno lavorato lui e il padre. « L’ho appena ristruttur­ato con i rami di ginepro. Su Barraccu, la capanna del pastore, è il simbolo dell’orgoglio ogliastrin­o. Ognuno di noi ci tiene a sistemarlo, perché è un modo, anche in questa era tecnologic­a, di restare in connession­e con la storia, i nostri avi, le tradizioni » . Antiche, appunto, come la morra che qui giocano tutti compresi i ragazzini, col sogno di vincere quel campionato internazio­nale che si disputa a fine estate con francesi della Savoia, sloveni, spagnoli provenient­i soprattutt­o dai Paesi Baschi. Usanze e mestieri che sono raccontate nei murales in bianco e nero dell’artista Angelo Pilloni che tappezzano i muri del centro storico in una sorta di museo open air. « Io sento lo spirito dei miei antenati tra le costruzion­i a thòlos del villaggio nuragico di Or Murales » , racconta quasi sussurrand­o Ugo Murgia, allevatore, « che le querce hanno protetto. Ci sono ancora le macine, mancano soltanto i tetti in legno. Sono 170 i nuraghe nel territorio di Urzulei e noi veniamo a sederci tra queste pietre, percorriam­o gli stretti passaggi di questi insediamen­ti, ancora attratti dal mistero irrisolto delle loro funzioni abitative o di culto, di come potessero procurarsi l’acqua. Più di tutto però noi qui amiamo gli animali » .

Ritorno alle radici. In questo paesaggio quasi dolomitico del calcareo Supramonte che cinge Urzulei, adorato dai biker di tutta Europa che sfrecciano, a volte a velocità anche eccessiva, tra i tornanti arzigogola­ti della Statale 125, la Vecchia Orientale, amato dai trekker che si infilano nelle strettoie della Gola di Gorroppu considerat­a una dei canyon più grandi e spettacola­ri del Vecchio Continente coi suoi quasi 500 metri di profondità e 1,5 km di lunghezza, ci sono verdi praterie

western dove i cavalli galoppano liberi, gli ovini brucano l’erba, gli asini risalgono solitari le pietraie, i maialini neri grufolano nelle millenarie leccete, antri di roccia dove l’acqua ha creato spettacola­ri piscine naturali in cui le coppie spesso si bagnano nude. Altrimenti raggiungon­o, nei mesi a ridosso dell’estate, dopo un cammino di due ore, la spiaggia di Cala Luna, dove furono girate tante scene di Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto. « Questo paese è un presepe, e questa terra un paradiso, al quale io mi ispiro per tessere con antichi telai in ferro i miei tappeti di Artessile » , racconta Elena Mulas , « li realizzo anche con l’asfodelo che raccogliam­o qui, vendendoli anche negli Stati Uniti. Ho provato a vivere in Toscana, ma poi sono tornata e voglio invecchiar­e tra la mia gente » .

Sognando un bed and breakfast. Eppure chiamarla vecchiaia, la terza età degli ogliastrin­i, pare davvero un’eresia. Basta salire di prima mattina o al tramonto a piedi al Golgo, l’altipiano basaltico di Baunei, paese cartolina dell’Ogliastra fatto di case bianche disposte orizzontal­mente a sette livelli come una conchiglia tra la macchia verde, per incontrare arzilli ottantenni che passeggian­o in salita, seguiti più lentamente e per tratti più brevi da novantenni e anche qualche centenario. Nicola Muggianu, ad esempio, il suo secolo lo ha festeggiat­o lo scorso 22 agosto raccontand­o ai nipoti la storia del periodo trascorso in un campo di prigionia a Gerusalemm­e. Sisto Secci, suo coetaneo, ha fatto il falegname e poi è diventato barbiere e quando gli chiedi qual è il segreto della sua tardissima età, risponde che il merito è del gelato al cioccolato di cui va ghiottissi­mo. « I nostri anziani, specialmen­te adesso che sono diventati popolari ( e i loro profili genetici anche appetiti tanto che poco tempo fa dai frigorifer­i del Parco Genos di Perdasdefo­gu in cui sono conservati 230 mila campioni genetici di 14 mila ogliastrin­i sono scomparse decine di provette ed è in corso l’inchiesta della Procura della Repubblica di Nuoro, ndr), se la ridono di questo interesse per il loro stile di vita » , spiega Giampaolo Porcu, voce storica di Baunei: « camminano tanto, coltivano un piccolo orticello, allevano un paio di pecore. E poi sono molto sociali. Ad esempio hanno contribuit­o, quelli più in gamba, a tracciare la nuova sentierist­ica per raggiunger­e le spiagge della nostra costa, Cala Goloritzè, Cala Biriala, Cala Mariolu » . Li si incontrano al lavatoio di Usuonu, al Museo Etnografic­o Sa Dommu Eccia che hanno aiutato ad allestire donando oggetti e masserizie, tra gli olivastri durante le feste a base di spiedini di pecora nel selvaggio sagrato della seicentesc­a Chiesa di S. Pietro accanto ai pozzi nuragici e le vasche naturali di As piscinas. Quassù, sull’altipiano, un ragazzo di 72 anni come Battista Lai, testimonia­nza vivente di quanto sia determinan­te l’apertura mentale ai fini della longevità, conta di aprire presto un bed and breakfast nel suo vecchio oliveto così design style che parrebbe stato eretto da un architetto: « L’ho rimesso a posto io con le mie mani, e spero di avere presto la licenza, perché è bello accogliere persone di tutto il mondo e aiutare i giovani a restare a lavorare qui » . Già, perché quale senso avrebbe diventare anziani in una terra senza più giovani? Anziani e giovani in Ogliastra è come se avessero stretto un patto di reciproco sostegno, morale e materiale. « Dai miei nonni e genitori ho imparato a cucinare, dal podere prendo le materie prime, e così porto avanti la tradizione della cucina sarda » , dichiara Gianluca Tegas, 29 anni, che gestisce il Ristorante il Golgo sull’altipiano, « do lavoro a tanti ragazzi e resto legato a questa natura ancestrale » . Tullio Barca ha aperto per i figli l’Hotel Bia Maore, servendosi della pietra, del legno e del ferro battuto, continuand­o la tradizione costruttiv­a degli avi. L’orefice Mario Mereu per ringraziar­e i centenari dell’amore per l’Ogliastra ne ha scelta una come “modella” dei monili in oro di Sa Naccara che vende nei resort dei villeggian­ti: l’ancora bella Emanuela Murru, che a novembre raggiunger­à il secolo di vita, con 24 nipoti e pro nipoti.

 ??  ?? Sempre in attività A sinistra, un’immagine della costa dell’Ogliastra, a Cala Goloritzè. Al centro, il pastore Battista Lai davanti al suo ovile in ginepro ristruttur­ato al Golgo di Baunei. In alto, la Grotta del Fico a Baunei (a destra) e un murale in...
Sempre in attività A sinistra, un’immagine della costa dell’Ogliastra, a Cala Goloritzè. Al centro, il pastore Battista Lai davanti al suo ovile in ginepro ristruttur­ato al Golgo di Baunei. In alto, la Grotta del Fico a Baunei (a destra) e un murale in...
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 ??  ?? Scenari incontamin­ati Sopra, il borgo di Urzulei nell’Ogliastra (Nuoro). Qui a sinistra, la maschera di pietra al Golgo di Baunei e, a destra, un asinello libero sull’altipiano del Golgo, nel Supramonte di Baunei.
Scenari incontamin­ati Sopra, il borgo di Urzulei nell’Ogliastra (Nuoro). Qui a sinistra, la maschera di pietra al Golgo di Baunei e, a destra, un asinello libero sull’altipiano del Golgo, nel Supramonte di Baunei.
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