prime dame
Kate Middleton, la first lady argentina e chissà, pure la signora Clooney... In tante vorrebbero essere una Jackie Kennedy 2.0. Ecco i loro principali “modelli”
Per rimpiazzare Michelle Obama, la First Lady uscente che ha riempito di sé e del suo quieto carisma la Casa Bianca, ne arriveranno addirittura due: la moglie in carica del Presidente Donald Trump, Melania, e la figlia Ivanka. L’unica cosa che rimane invariata, nel sostanzioso cambio della guardia al femminile, è l’altezza: tutte e tre le signore svettano sul metro e ottanta, senza contare gli stiletti. Melania Knavs, cognome sloveno trasformato in un Knauss molto più agevole per gli americani, ex modella ora casalinga di lusso ( anche se le sue foto non troppo vestita sulla copertina di Gq di qualche anno fa continuano a fare il giro del mondo) sostiene di non voler trasferirsi aWashington dal sontuoso appartamento nella Trump tower, preferisce rimanere nel cuore della Quinta strada newyorchese per seguire negli studi il figlioletto, e si annuncia con un profilo rarefatto e decorativo, da prima moglie dietro le quinte. « È una persona molto normale, timida… Quanto a qualche foto nuda, era il suo lavoro, ma è una che impara bene i compiti: guardi da dove è partita e dove è arrivata. Sarà la più bella first lady di tutti i tempi » ha vaticinato Flavio Briatore, grande amico del marito Donald, in un’intervista a Gian Antonio Stella su Sette. Anche Ivanka Trump, promettente First Daughter, figlia di Donald e della prima consorte di lui Ivana, quanto a bellezza e presenza fisica non scherza, ma ha pure tutte le carte in regola e la determinazione necessaria per aspirare a un posto da vera prima Dama della prossima Casa Bianca, per i rapporti privilegiati che coltiva da sempre con suo padre e per la brillantezza del suo Cv. Intanto lei e suo marito - quel Jared Kushner erede di storica famiglia ebraica e imprenditore di talento, factotum e stratega della campagna di Donald che ora ha eletto a suo primo consigliere - hanno già preso casa a Washington, nel quartiere dei bianchi ricchi e professionisti di alta gamma, a due passi da dove si stanno trasferendo anche gli Obama in uscita dalla Presidenza. « Sarà lei, Ivanka, la più potente First Daughter nella storia americana? » si è chiesto il New York Times, decretando in un lungo articolo
che sicuramente sarà la più influente dai tempi di Alice Roosevelt Longworth. La sbandierata voglia di riservatezza della legittima First Lady Melania potrebbe aiutare molto Ivanka, la dominatrice, nelle sue voglie di protagonismo a fianco al padre. Perché Melania, al di là della sua indiscussa bellezza e della naturale eleganza del corpo statuario potrebbe davvero ritagliarsi un ruolo molto defilato, di vestale di lusso della sontuosa magione newyorchese: vuoi perché quel suo accento sloveno che non se ne vuol andare stonerebbe comunque sulle labbra di una First lady; vuoi perché la sua voglia di casa e di riservatezza potrebbe essere in qualche modo genuina, come ricorda Briatore, perché si rifà all’imprinting della sua giovinezza, vissuta sì nella severità di un regime comunista, ma in una famiglia di aspirazioni piccolo borghesi, e difatti il padre Viktor è sempre stato un affarista molto simil Donald, per quanto in sedicesimo.
Esempi celebri. E se di First lady piuttosto riservate, del tutto diverse dai modelli pieni e solidali delle ultime due democratiche Hillary e Michelle, è piena la storia degli Usa ( da Lady Bird Johnson a Laura Bush), bisogna andare indietro fino agli Anni 30 come ha ricordato il New York Times per trovare una figlia temperamentosa e decisa a dire la sua, al di là della bellezza. Alice, figlia di primo letto del primo presidente Roosevelt, Theodore, soprannominata the Princess, icona di moda a 17 anni, quando debuttò in indimenticabile gonna celeste e ispirò una canzoncina del periodo, Alice Blue Gown, che segnò anche un boom di piccole Alice nel Paese; ragazza indipendente e riottosa, fumava in pubblico ai primi del Novecento e pretendeva di ispirare la politica paterna. Ma anche in casa nostra abbiamo avuto figlie che non si sono tirate indietro, come Edda Ciano, primogenita di Mussolini e anche lei prediletta del padre andata sposa al conte Galeazzo, capricciosa ma di qualche talento, unica forse in famiglia a esprimere una visione indipendente rispetto a quella familiar-paterna. O, in tempi più recenti, Marianna Scalfaro figlia simbiotica di Oscar Luigi, presidente della Repubblica alla fine del Novecento, orfana precocissima di mamma e vocata a fare la moglie surrogata in pubblico, detta la Signorina, o First Miss,
Visibilità composta Il ritorno del pop inglese
protagonista involontaria con abile discrezione ma anche con capacità di consiliora dietro le quinte. Mentre si spera che oggi nessuna First lady o First daughter che sia, prenderà ispirazione dalla kazaka Dariga Nazarbayeva, figlia del presidente e cantante lirica mancata, che dopo esser stata a lungo plenipotenziaria della tv nazionale, è stata dal padre nominata sua vice, in un tentativo di fondare, motu proprio, una dinastia.
Il miracolo inglese. Ma comunque anche nei Paesi più democratici il ruolo Prima Dama non è facile da definire, dopo l’exploit personale e in fondo solitario di Eleanor Roosevelt, moglie del Presidente Franklin Delano e pioniera femminista: Hillary Clinton, quando si è trovata ad affrontare quella posizione così inedita per lei, abituata per temperamento a stare in prima linea, è andata a cercare illuminazione da quella Jacqueline Kennedy che più di tutte con la sua classe e il suo magnetismo aveva reso indimenticabile il suo passaggio, anche se, non dimentichiamolo, si era intrattenuta alla Casa Bianca solo tre anni scarsi. La stessa Hillary ha raccontato che Jackie le diede molti consigli su come proteggere la privacy di Chelsea, la figlia adolescente della coppia Clinton, ma nessuna ricetta sul ruolo che avrebbe ricoperto: « Non esiste un libro delle regole, devi fartele da te » esordì Jackie, la first lady d’America. « E non è facile. Perché ti criticheranno sempre » . Insomma mission impossible, anche per la prima moglie più iconica della storia che con il suo erudito ammodernamento della Casa Bianca contribuì a creare il mito di Camelot. Oggi cambiando continente e passando in Europa, Kate Middleton, la ex borghese con le phisique du role e bisnonni minatori, sembra aver fatto il miracolo di rimpiazzare Lady D e diventare davvero la sovrana dei cuori pop degli inglesi. Guidata con mano ferma da una madre di ferro, quella Carole che qualcuno chiama momager, metà mamma metà manager del successo della prole, Kate ha oscurato le residue velleità di una periclitante Camilla di conquistare i suoi sudditi: la sta battendo con un mix ben assortito di glamour mai sbandierato e reale capacità di andare oltre a un inchino o una stretta di mano nel rapporto