Una serata per due: a Bologna, Chaplin e Keaton
Chaplin è in camerino: nei panni del vecchio Calvero si ritocca il trucco. Seduto dietro, Buster Keaton lo guarda con la sua faccia perplessa. Questa bella foto, tratta da Luci della ribalta (1952), è quasi un simbolo. Come molti ricorderanno i due sommi clown stanno per andare in scena per l’ultimo concerto. E ancora oggi si discute se richiamare l’antico rivale come spalla di lusso fu un gesto generoso di Chaplin o una segreta cattiveria, un modo per sottometterlo. Simili dilemmi alimentarono negli ultimi decenni del Novecento una sorta di rivalità postuma, forse sostenuta anche dai diversi destini. Charlie si era spento nella comodità della sua ricca villa svizzera, mentre Buster era morto a stento, povero e triste. La Cineteca di Bologna (che sempre sia lodata) riproponendo in un’unica serata le copie restaurate del Monello (1921) e di Sherlock jr ( 1924) sotto un unico titolo The Kid vs Sherlock, ripropone la maliziosa rivalità. La doppia visione però induce a non fare scelte: i due artisti sono assai diversi. Keaton, col gioco dei sogni e del doppio schermo, punta sulla rivoluzione del linguaggio, con stile d’avanguardia. Mentre Charlot, già nel primo lungometraggio, mescola con maestria la storia ultramelò e le gag aspre, quasi crudeli. Come sempre farà. Stendere classifiche non è corretto. Già lo diceva, morendo, proprio Calvero: il cuore e la mente, che enigma.