L’alcol? Fate attenzione al fattore “K”
Il gene Klotho determina il modo in cui ognuno lo tollera. In futuro, con una pillola si potrà diminuire il bisogno di bere
Lo si è sempre detto: non tutti reggono l’alcol allo stesso modo. Non è solo saggezza popolare, ma anche verità scientifica. Da tempo si conoscevano le diverse capacità di assorbimento tra uomini e donne, ma ora la ricerca ha appurato nuove ragioni. L’alcolismo è geneticamente complesso ed è assai probabile che coinvolga numerosi geni le cui interazioni devono essere esaminate prima di arrivare a completare il quadro dei processi. Studiando la biologia dell’alcolismo, i ricercatori devono definire con cura il problema, per esempio distinguendo tra autentica dipendenza da alcool e abuso di alcool, che rappresenta una sindrome clinicamente meno grave. Alcuni scienziati inglesi e italiani hanno accertato che esiste un particolare gene che controlla la quantità di alcol sopportabile. Questo “gene controllore” sensibilizza il cervello rispetto a un ormone secreto dal fegato durante la digestione in momenti di stress o dopo l’ingestione di troppi carboidrati o di alcolici. La scoperta è pubblicata sulla rivista Pnas dal King’s College di Londra, con l’Irccs Burlo Garofolo e l’Università di Trieste insieme all’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano. Sono state trovate due varianti del gene Klotho, proprio queste varianti spiegano perché alcuni individui possono eccedere nell’alcol rispetto ad altri. Lo studio ha identificato una variante del gene Klotho, collegata alla regolazione del consumo di alcol. La variante meno frequente di questo gene è associata a un minor desiderio di alcol. In altre parole chi è portatore di questo gene, sentendo meno il desiderio dell’alcol, difficilmente supererà i limiti. Ancora altre due ricerche pubblicate su Cell Metabolism dimostrano gli effetti di un altro ormone, l’FGF21, prodotto dal fegato, che arresta l’assunzione di zuccheri e alcol quando si eccede. In seguito a un eccessivo consumo di zuccheri e di alcol il fegato secerne FGF21, un ormone che riduce la pro- duzione di dopamina, possiamo definirlo volgarmente l’ormone dell’estasi, è infatti il neurotrasmettitore che induce il cervello a farci provare piacere, per esempio mangiando dolci e bevendo qualche bicchiere di troppo. L’ormone FGF21 è associato anche a stress ambientali, come una dieta estrema o l’esposizione a temperature fredde. I ricercatori hanno dunque analizzato il ge- noma di queste persone e lo hanno messo in relazione con il loro consumo di alcol e si è evinto che esiste un legame con la variante di un gene, chiamato gamma- Kloto, che produce due ormoni i quali hanno come funzione principale quella di stimolare l’assorbimento del glucosio nel tessuto adiposo, quando si è in condizioni di stress. Infatti eliminando in laboratorio il gene Klotho si genera un asse fegato- cervello, è come se si togliesse un freno e il consumo di alcol aumenta. È stata quindi individuata una via metabolica molto precisa su cui si potrà agire in futuro per ridurre gli eccessi del consumo di alcol. La lotta all’alcolismo, i cui eccessi provocano più di tre milioni di morti, potrebbe avvalersi dunque dei risultati di questa ricerca per lo sviluppo di nuovi farmaci: « Queste scoperte sui meccanismi che regolano il consumo di alcol » , si legge nell’introduzione dello studio, « potrebbero essere trattabili farmacologicamente per ridurne l’assunzione » .