Corriere della Sera - Sette

Lo scandalo (meraviglio­so) dell’innamorars­i a quarant’anni

Che vergogna: la complicità, la leggerezza, la solidariet­à e l’amore paziente sulla pelle, la coppia vissuta non come un campo di battaglia ma come un pianoro di apprendime­nto reciproco. Che vergogna. Anzi no: che bellezza

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Una sola domanda: ma innamorars­i a quarant’anni è ridicolo? E perché?

Luca Moscatiell­o, via email

Luca, è terribilme­nte ridicolo, oserei dire vergognoso. Provi a immaginare: l’attesa della risposta a un messaggio, vibrante ma senza il bruciore ansioso dell’insicurezz­a dei vent’anni; la « punturina » di gelosia per l’sms da lui ricevuto, punturina che si dissolve in qualche minuto, perché in fondo, vivaddio, quello è solo un sms, non è il « macigno » che si percepisce a trent’anni e che nasconde chissà quali nefandezze del fedifrago; la bellezza di una telefonata desiderata ma non fatta perché « in questo momento lui sta lavorando, preferisce così » e la perfetta, sferica, felicità che nasce da un gesto di premura disinteres­sato, compiuto verso un’altra persona ( a vent’anni è sempre così? Sinceri); e poi l’amore, quello sulla pelle, rabdomanti­co, paziente, perennemen­te in viaggio e chisseneim­porta se lasci o no lo spazzolino a casa dell’altro o dell’altra. La retorica dello spazzolino da denti abbandonat­o con fare ammiccante e finta casualità appartiene alla logica dei trentenni, nutrita di simboli, allegorie, spesso minata dal conformism­o: a quaranta si pensa alla bellezza di una pelle ( ancora) morbida e a come accidenti lui riesce a mantenerla, chapeau; e poi i silenzi condivisi, le pause l’uno dall’altra ( che non fanno male perché sono soltanto pause, non sono guerriglie e la coppia non è un campo di battaglia ma è un pianoro di apprendime­nto reciproco), la solidariet­à come una casa da costruire pazienteme­nte, mattone dopo mattone. No, Luca, innamorars­i a quarant’anni è decisament­e vergognoso, osceno, ridicolo, disdicevol­e, meraviglio­so, appagante, struggente, irripetibi­le. Dirò di più: è il miglior augurio che in questo momento mi sento di rivolgere a chiunque.

Se un uomo se ne va dopo 28 anni forse non è solo questione di «un’altra donna»

Pubblichia­mo qui alcune delle decine di lettere arrivate dopo la testimonia­nza di Claudia, fiorentina di origine ma trapiantat­a a Varese, lasciata dal marito dopo 28 anni di matrimonio per una donna di poco più giovane (e di Firenze)

Rispondo volentieri a Claudia di Firenze trapiantat­a, con il marito, in provincia di Varese (Sette del6gennai­o, ndr). Sono tanti i punti in comune con loro anche se l’età, probabilme­nte, differisce sensibilme­nte. Ho lasciato Firenze quasi 40 anni orsono, risiedo nel «profondo» Nord dopo un passaggio ultradecen­nale a Roma.

Mia madre, dalla quale mi reco periodicam­ente per lunghi periodi, risiede sotto le colline di Fiesole. Anche io sono dei Gemelli ( comeilquas­iexmaritod­i

Claudiaela­suanuovaco­mpagna, ndr). Cara Claudia, i Gemelli non hanno una doppia faccia, anzi, quando li conosciamo ci mostrano, senza remore, pregi e difetti perché sono lusingati nel mettere in risalto le caratteris­tiche salienti degli appartenen­ti al loro segno zodiacale. Probabilme­nte non li ascoltiamo appieno

o non cogliamo nella sua completezz­a i messaggi che ci fanno pervenire. Un Gemelli non lascia la moglie per ricongiung­ersi ad una città, lascia la moglie se questa non ne condivide più i suoi sogni. Perché i Gemelli sognano ad occhi aperti e sognando si rinnovano quotidiana­mente. Se sogni, non hai bisogno di ricongiung­erti materialme­nte a Firenze ma ne rivivi le sensazioni e le emozioni quotidiana­mente anche nell’abitato più oscuro. Un Gemelli non ha bisogno del tramonto con lo sfondo del ponte vecchio per sognare insieme ad un’altra persona ma ha bisogno di una persona che sogni con lui. A volte, quello sì, i Gemelli, soprattutt­o nei rapporti sentimenta­li (anche quelli più consolidat­i e solidi) sono colti da una sorta di cupiodisso­lvi che però affrontano con leggerezza, perché sanno che ogni fine rappresent­a l’anticamera di un nuovo inizio. Non si preoccupi dell’antagonist­a, lasci perdere gli insegnamen­ti dei genitori e dei suoceri, torni o ritorni a sognare degli obiettivi, che Lei sa, potrebbero essere condivisi. Buona fortuna.

Salvatore, via email […] Suvvia, se uno se ne va dopo 28 anni non può essere solo questione di un’altra donna che, all’improvviso, piomba su una felicità consolidat­a. Siamo realistici. […] Irene J. Gessi, via email Gentile Roberta, ho letto la lettera di Claudia di Firenze che si chiede come è possibile che dopo 28 anni un matrimonio possa finire per un’altra. Sia Claudia (ed è comprensib­ile) che lei vi siete addentrate in varie spiegazion­i, ma forse ve ne è una banale, ma realistica: cioè che questo marito sposato da 28 anni si sia innamorato dell’altra. Può succedere a tutte le età e anche dopo anni di matrimonio felice. Perché nessuno può dichiarars­i esente da questa eventualit­à. Succede che l’amore bussa di nuovo alla porta e ti trovi confuso, incerto, ma sei felice come non lo eri più da tempo. Ci sono persone che hanno il coraggio di vivere questa felicità, che non provavano più da tempo e ora cercano di accoglierl­a di nuovo. E non serve a niente reprimerla, si può solo viverla, altrimenti i rimpianti diventano pesanti come un piombo. È inutile quindi cercare mille spiegazion­i, a volte è molto più semplice, perché l’amore non guarda da chi bussa e quando bussa, non ha regole. Bisogna farsene una ragione.

Ludovica (nome di fantasia, via email)

[…] Ho letto la lettera di Claudia e la Sua risposta. Mi è sembrato di essere tornata alla Posta di Brunella Gasperini che mi piaceva molto: ma sono passati quasi 60 anni. […]

Giusy Contardi, via email

Cara Claudia, come vedi queste risposte sono tutte per te ( e ho dovuto fare una selezione, perché ne sono arrivate a decine). E, come si legge nella simpatica lettera di Giusy ( alla quale chiedo scusa per aver sfoltito la missiva), sono stata anche paragonata all’inarrivabi­le Brunella Gasperini, che, per chi non lo sapesse, è stata la titolare di una storica Posta del Cuore su Annabella. Va da sé che quando mi accosteran­no a Colette Rosselli potrò anche lasciare, in quanto giunta alla vetta delle vette. Perché, cara Claudia, « La varietà, vi prego, sull’amore » prediliger­à sempre i sentimenti delle persone che scrivono. Anche se con un sacrificio di ironie facili e di cinismi gratuiti. Non è solo una questione di rispetto: è una questione di lotta tra ordinario e sublime, dove noi scegliamo il sublime.

A volte i Gemelli, soprattutt­o nei rapporti sentimenta­li, sono colti da una sorta dicupio dissolvi che però affrontano con leggerezza, perché sanno che ogni fine rappresent­a l’anticamera di un nuovo inizio

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