L’intellettuale contro Maradona
L’esibizione del Pibe de oro al Teatro San Carlo di Napoli non è piaciuta al regista e musicologo Roberto De Simone. Eppure, in passato, storici, psicologi, antropologi, giuristi e medici ne avevano tessuto le lodi
Adesso gli intellettuali ( certi intellettuali) ce l’hanno con Maradona, Santa Maradona. Ma non sempre è stato così. Anzi. I fatti, prima di tutto. Diego Armando Maradona è tornato a Napoli al Teatro San Carlo per la prima, e unica, di Tre volte 10, il live show scritto e diretto da Alessandro Siani. Sul palco del teatro partenopeo, il campionissimo argentino è stato un vero e proprio mattatore. Non ha risparmiato i nemici di sempre, a partite da Blatter e Platini. Quando sono comparsi i due “cartonati” degli ex presidenti Fifa e Uefa, Maradona ha tuonato: « No, questi due no. Sono dei ladri, hanno portato via tutto. Vero presidente? » . L’interrogativo era rivolto ad Aurelio De Laurentiis, presente in prima fila con la moglie Jacqueline e al fianco del sindaco de Magistris. Maradona lo ha elogiato e pungolato: « Ci ho parlato e lui come noi » , ha detto rivolto alla platea di spettatoritifosi, « vuole vincere » . L’esibizione di Maradona non è piaciuta al regista Roberto De Simone: « Il San Carlo è il San Carlo. È un tempio della musica, cosa c’entra il calcio? Ha ospitato Rossini, Donizetti, i più grandi cantanti, i migliori direttori d’orchestra… Un’operazione come questa sarebbe inconcepibile a Londra o a Parigi, dove ci sono teatri la cui storia non è paragonabile a quella del San Carlo » . De Simone, che è anche compositore, musicologo, docente di Storia del teatro all’Accademia di Belle Arti di Napoli, direttore artistico dello stesso Teatro San Carlo, è un intellettuale di altissimo livello, ma evidentemente non appartiene a quel club di intellettuali, “La classe non è acqua”, nato per santificare il sinistro magico di Diego. Nel 1991 uscì il libro Te Diegum. Genio, sregolatezza & bacchettoni ( Leonardo editore), pregevole contributo di storici, giornalisti, giuristi, psicologi, antropologi, medici, sociologi alla beatificazione del Pibe de oro. Ricordiamo i nomi di alcuni: lo storico Piero Craveri ( nipote di Benedetto Croce), il penalista Claudio Botti, l’editore Tullio Pironti, il magistrato Giancarlo De Ruggiero, i medici Antonio Manzi e Giuseppe De Ruggero. Scriveva lo psicologo Oscar Nicolaus: « Ringraziare Maradona anche per non dimenticarlo o, in gergo psicoanalitico, rimuoverlo. Per non perpetuare un rapporto assai singolare con il ricordare che ci contraddistingue non tanto un’assenza di memoria tout court, ma più spesso un legame con essa fatto di accumulazioni e giustapposizioni, come strati geologici sedimentati... » . Scriveva il noto antropologo Marino Niola: « Con l’esemplarità della sua vicenda, egli ha contribuito a farmi ripensare l’importanza di fenomeni sociali spesso sottostimati o guardati con sufficienza. E, per finire, Diego ha riconciliato la mia mente di studioso con il mio cuore di tifoso » . De Simone resta invece un non riconciliato, non crede alle favole. Anche se sono vere.