Il geologo: sono rocce di un altro pianeta
Il sito minerario di Kvanefjeld fa parte del complesso intrusivo di Ilimaussaq, sulla costa Sud-Ovest della Groenlandia. È il prodotto del raffreddamento di ripetute “iniezioni” di magma nelle profondità della crosta terrestre (10-15 km). Si tratta di un sito di straordinaria rarità dal punto di vista geologico, con minerali descritti qui per la prima volta e di altissimo valore economico. Queste rocce si sono formate circa 1.16 bilioni di anni alla fine del
Mesoproterozoico, nelle radici di un continente che nulla ha a che fare con l’attuale Groenlandia, parte di un pianeta molto diverso da quello che conosciamo oggi come “Pianeta Terra”. Le rocce qui sono esposte in superficie grazie a una lunghissima (e poco conosciuta) successione di collisioni continentali, aperture e chiusure di oceani, erosioni dei ghiacci durante le ripetute glaciazioni degli ultimi 2 milioni di anni. Così camminando sui sentieri di montagna intorno a Narsaq, si possono attraversare le profondità del tempo geologico in un solo passo, dove un piede poggia su colate laviche depositate in valli fluviali tropicali bilioni di anni fa, e l’atro piede guada un ruscello che raccoglie l’acqua appena formata dal disgelo di ghiacci perenni. Indipendentemente da quale sia il deposito estratto, specialmente quando si parla di Uranio, nessuna miniera a cielo aperto può essere considerata un’infrastruttura “pulita” o priva di rischi. Claudio Berti Lehigh University, Pennsylvania