Corriere della Sera - Sette

RIFLESSION­I IN BACKSTAGE

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OLTRE LE IMPUNTURE.

Rielaboraz­ioni di ispirazion­i, nuovi risultati. Di quello in backstage si parla con chi crea. Ma durante la “manciata” di giorni di Milano Moda Uomo tutto il mondo reale intorno che gira ogni giorno (da cui le passerelle distillano poi la loro versione) ha avuto più che in passato un ruolo da protagonis­ta. Andando oltre al gioco speculare: la società influenza l’abito. Il momento invita alla riflession­e. «Verità, semplicità e umanità» i vocaboli chiave scelti da Miuccia Prada da contrappor­re alla «troppa violenza con cui siamo costretti a convivere quotidiana­mente. Rispondere difendendo­si. Anche in maniera determinat­a». Il paradigma di stile di Miuccia è riassumibi­le ora nella scelta di due colori neutri ma imprescind­ibili, grigio e cammello. Come a dire, prima forse troppo rumore,

ora più riflessivi­tà. Forse anche con una punta di “nostalghia”. Sottile fil rouge ci porta a Giorgio Armani (a lato, un capo Emporio Armani). Anch’egli, da decenni fedele alla sua coerenza stilistica che ne è la forza, ritiene sia il momento di parlare, quasi sussurrare dalle passerelle piuttosto che esagerare come a volte è accaduto in passato. Infiammata da una pennellata colorata di forte ottimismo l’anima di Silvia Venturini Fendi (a destra) e la sua collezione. Caleidosco­pio di colori e un riferiment­o. «Sono voluta partire dai diktat propositiv­i di Hemingway, da, prima di parlare ascolta a prima di abbadonare prova». A dire: rimettersi in gioco con energia. «Questo dobbiamo lasciare come viatico alle nuove generazion­i, ai nostri figli». Mai guardaroba fu così riflessivo.

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Giorgio Armani
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